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Cristina Parodi Live e Matteo Renzi: due destini che si uniscono

Li lega Giorgio Gori, marito della Parodi e spin doctor di Renzi. Li lega l’indecisione di chi dovrebbe scegliere di seguirli: sono veri innovatori, o nascondono l’assenza di idee grazie col loro indubbio (forse ingannevole) perbenismo?
A cura di Andrea Parrella
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La fascia pomeridiana di La7 è studiata a menadito. Secondo i più lo spazio di Cristina Parosi è professionale, elegante e convincente, curioso ma morigerato, provocatorio ma controllato (la lite tra la Biancofiore e Sloane è perfetta testimonianza di questo contrasto). E' un programma di sinistra ma non troppo: insomma, renziano in piena regola, volendo non troppo forzatamente associare l'impostazione televisiva di colei che è sposata con Giorgio Gori, al candidato fiorentino alle primarie del PD, di cui Gori è lo spin doctor. Cristina Parodi Live vuole rottamare i pomeriggi standard della tv italiana, ma continuando a parlare di Emma Marrone; vorrebbe spedire in soffitta L'Italia sul 2 pro Isola dei famosi, ospitando però un Nicola Savino schierato in difesa del tanto discusso e infine cancellato reality di non più famosi scottati e dimagriti. E' una pratica maledettamente vicina a quel "curare la politica con la politica" conclamato dal sindaco part-time di Firenze.

Rottamazione vera o apparente? – La crisi di ascolti, che non crescono, può essere spiegata attraverso due strade parallele ma distinte. La prima è che il pubblico rinneghi questo pomeriggio radical chic, da Rive gauche dell'Arno, perché ancorato inesorabilmente ai dopo pranzo di scuola Pdl a reti unificate, che da anni bombardano le nostre menti con piccoli e potenti messaggi subliminali: per intenderci, il modello La vita in diretta/Pomeriggio Cinque; e questa sarebbe l'ipotesi di veste pessimistica. La seconda, al contrario più propositiva, è che il pubblico non stia cadendo nel tranello della rottamazione di facciata di un sistema che, in fondo, rimane sempre invariato e che, con questa forma, non ha fondamentalmente più alcun senso di esistere. Tuttavia, a questo punto dello scritto, l'autore non si rende più conto se si stia parlando del deficit di pubblico di Cristina Parodi Live, oppure del destino elettorale di Matteo Renzi.

Il perché degli ascolti bassi – La linea di congiunzione tracciata, per quanto azzardata, fa sorgere spontanea una domanda: il nuovo pomeriggio di La7 e Renzi sono forme ipotetiche di sano progresso, oppure evidenti espressioni di un menopeggismo all'italiana, che punta sul "siamo gente per bene" allo scopo di nascondere una madornale carenza di contenuti e di idee innovative? La risposta non si conosce, poiché se così fosse non ci staremmo ponendo il quesito e Renzi sarebbe già dimenticato, oppure già premier. A lanciarsi in un'analisi, Cristina Parodi Live regala momenti di convinta piacevolezza (e perché Renzi no?!), ma si crederebbe più opportuno un leggero scalo d'orario, di almeno un'ora: esiste un'intera fascia dimenticata, quella di donne che lavorano e che rientrano in casa solo quando la prima parte del programma sta per concludersi. All'appello degli ascolti manca questo pubblico, lo stesso che forse voterebbe Renzi alle primarie.

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