Con Mika e Rocco Schiavone torniamo a sperare in una nuova Rai
"La Rai sta iniziando a cambiare". Da anni critici televisivi e commentatori tenevano nel cassetto questa frase, impolverata ed anche un po' rugosa, fremendo da una voglia di poterne fare uso pubblicamente che andava pian piano spegnendosi, come l'entusiasmo per le cose nuove quando diventano vecchie. Invece, dopo questi primi sei mesi della nuova stagione di Rai 2, pare si possa iniziare, seppur timidamente, a togliere quella frase dalla propria custodia. Sono bastati due prodotti capaci di far incontrare i numeri del pubblico con i favori della critica a stimolare un piccolo brivido, con l'augurio che non si tratti di illusione. "Stasera Casa Mika" e "Rocco Schiavone" hanno fatto irruzione nel palinsesto di Rai 2 in contemporanea e insieme usciranno di scena, visto che dopo la quarta puntata dello show della popstar internazionale mercoledì 7 dicembre sarà la volta dell'ultima di stagione per la serie con Giallini tratta dai romanzi di Antonio Mazzini.
Rai 2 premiata dagli ascolti
La rivelazione Mika ha patito poco la concorrenza ed è rimasto sempre sopra i 2 milioni e mezzo di telespettatori, pur calando nell'ultima serata, al pari di Schiavone che ha permesso alla rete diretta da Ilaria Dallatana di conquistare la leadership tra tutte le reti generaliste, tenendo il più delle volte testa al prodotto della concorrenza "Solo", con Marco Bocci, in onda su Canale 5. L'arrivo di programmi come "Nemo" di Enrico Lucci, il ritorno in Rai di Santoro e la conferma dell'ottimo "Pechino Express" condotto da Costantino della Gherardesca hanno completato un primo semestre di stagione decisamente interessante per Rai 2.
Ma la rivoluzione è ancora lontana
Cosa ci dice tutto questo? Che la televisione del servizio pubblico ha cambiato definitivamente volto e che non ci offrirà più spunti di critica per quell'aspetto un po' vetusto e i sempreverdi interventi a gamba tesa della politica che condizionano la libertà editoriale e produttiva della Rai? Non esageriamo, la rivoluzione è ancora lontana. Per citare due semplici esempi utili a spegnere entusiasmi gratuiti, quella stessa rete che stiamo elogiando negli ultimi mesi è stata protagonista, indirettamente o meno, di due casi come la censura arbitraria di una scena di sesso gay in una serie televisiva e, proprio in relazione a Schiavone, di una recente interrogazione parlamentare incentrata sul presunto cattivo esempio del vicequestore che si fa le canne e collabora con i malviventi. Però si sa, che ci piaccia o meno nei confronti della Rai abbiamo un po' tutti quell'atteggiamento paterno per il quale l'orgoglio dei successi estemporanei supera la delusione per i passi falsi. Speriamo cresca sana e forte.