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Come si diventa Michela Giraud, la vera storia di Mignottone Pazzo

Michela Giraud, reduce dall’immenso successo di LOL – Chi ride è fuori e pronta a tornare su Comedy Centrale con CCN – Comedy Central News da venerdì 14 maggio alle 23.00 per il secondo anno consecutivo. Come si diventa Michela Giraud, animale da palcoscenico mitologico, metà stand up comedian e metà Mignottone Pazzo? Fanpage.it le ha proposto un tutorial semiserio e a proposito delle critiche: “Mi accusano di essere volgare e contro gli uomini, ma se volevo piacé a tutti nascevo pizza, no?”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Michela Giraud, classe 1987, romana con origini napoletane, reduce dall'immenso successo di LOL – Chi ride è fuori e pronta a tornare su Comedy Centrale con CCNComedy Central News da venerdì 14 maggio alle 23.00 per il secondo anno consecutivo. "La risata è terapeutica, ridere è l’antidolorifico che spinge le persone a riconciliarsi con se stessi", si parte con queste intenzioni e si arriva ad ospiti come Colapesce e Di Martino, Paola Barale, Enrico Vanzina, Coma_Cose, la Gialappa’s Band, Brunori Sas, The Jackal e Pintus.

Ma come si diventa Michela Giraud, animale da palcoscenico mitologico, metà stand up comedian e metà Mignottone Pazzo? Fanpage.it le ha proposto un tutorial semiserio per farsi conoscere meglio, attraversare i temi del politicamente corretto e della censura, e scoprire il suo lato tenero, quello che la lega da un anno al suo fidanzato Riccardo Cotumaccio (tra gli ospiti di questa edizione).

Giochiamo in casa, hai mezza famiglia campana. Per iniziare, da romana mi dici una frase in napoletano che senti nel tuo DNA? 

Giraud è un cognome non casuale, un cognome molto importante a Torre Annunziata perché mio nonno è Michele Giraud, uno dei tre fratelli, insieme a Giovanni e Michele, rimasti nella storia del calcio come giocatori della squadra del Savoia. Ho un legame molto forte con la napoletanità, le frasi "Bella a papà, non te piglià collera" (Bella di papà, non ti dispiacere, ndr) oppure "A Maronna t’accumpagna" mi fanno sciogliere.

Michela torna con CCN – Comedy Central News. Perché un ritorno e non un nuovo inizio?

Perché è il mio show, mi danno l’opportunità di mettermi alla prova con CCN e con Il salotto. Mi destreggio come conduttrice e faccio tutto quello che so fare. Ho scaricato molto la pressione di LOL in questa stagione, è stato liberatorio, mi ci sono immersa come nel jazz.

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È un programma che si basa sull’odio, è vero?

Sì, è basato sulla polemica, un po’ anche per esorcizzarla. Mi sono chiesta: quello che è stato fatto con la serie Boris nelle fiction perché nessuno lo fa con la televisione? I classici conduttori odiosi che si rivolgono ai collaboratori con frasi come ‘Io ve caccio’ o ‘ Ve rovino’ oggi hanno perso quel divismo egoriferito, in un forte appiattimento della scena, quindi ho pensato che fosse il caso di attuare una ribellione dall’interno.

Come l’hai fatto?

L’ho potuto fare perché ho cinque anni di carriera e come si dice a Roma ‘vargo quanto er due de coppe quando regna bastoni’, per cui potevo essere un bersaglio perfetto. Ci cimentiamo in una sorta di meta-odio: parliamo di odio e lo fomentiamo, essendo noi stessi insopportabili. Io le dò ma le prendo pure, sarò una mitomane che tenta di darsi un tono mentre viene bullizzata continuamente da chi ha intorno. È talmente una summa di cose scorrette che a un certo punto non sai più da che parte stare.

Mi risulta che ci sarà anche il tuo fidanzato in una puntata. Varrà la teoria di Franca Leosini, ovvero "I grandi amori si annunziano in un modo solo: appena lo vedi dici chi è questo stronzo?"

Grande Franca, la salutiamo (ride, ndr) Beh sì, siamo tutti stron*i e il mio fidanzato sarà il più stron*o di tutti, da menare proprio. Non volevamo fare la retorica di noi che ci guardavamo e facevamo l’amore in televisione in maniera metaforica, e devo dire che ci siamo riusciti a pieno. Per fortuna nella vita non lo è, si fa amare molto.

Michela Giraud con il fidanzato Riccardo Cotumaccio
Michela Giraud con il fidanzato Riccardo Cotumaccio

Giochiamo con un’intervista 3.0, partendo dal lessico del web. 
TUTORIAL: come si diventa Michela Giraud? 

Mi auguro che nessuno voglia davvero diventare Michela Giraud. Michela è un prodotto della mente, ha una storia sofferta dietro, è una persona piena di contraddizioni che è stata molto frustrata e insoddisfatta. Ho cercato di studiare per quel che ha potuto, se ne è fregata dei giudizi e, a un certo punto della sua vita, ha smesso di sentirsi inadeguata. Laureata in storia dell’arte, diplomata presso la scuola privata del Teatro Azione, poi l'Accademia del comico e un corso con Saverio Raimondo per la stand up. Mi disse: ‘Ti farò diventare una star’ e da lì è arrivata la tv.

Una carriera nata non proprio in discesa…

Eh no, costruita a forza di porte in faccia perché nell’ambiente del cabaret non va sempre bene che tu dica quello che ti passa per la testa e io proprio non ci riuscivo a fare altrimenti. Cioè, nella vita se uno t’ha rotto er caz*o, t’ha rotto er caz*o, non glie puoi dire che ti sta infastidendo.

Alla Funari, insomma.

Esatto.

STORYTELLING: La vera storia della hit Mignottone Pazzo? 

Sono stata lasciata al telefono prima della pandemia e durante il lockdown sono andata in crash perché l’immobilità fisica dentro casa non si è sposata bene con la sofferenza interiore per questa cosa. Dopo aver sciolto litri di mascara, ho preso distanza cinicamente dal mio dolore e, vedendomi così abbrutita, mi sono detta le peggio cose. Avevo davanti a me questa Pietà di Michelangelo social in cui ci si commisera e al contempo ci si analizza nel profondo, ed è venuta fuori Mignottone Pazzo.

Michela Giraud canta Mignottone Pazzo a LOL
Michela Giraud canta Mignottone Pazzo a LOL

Un successone, che però alla fine non ti ha arrangiato Elio, vero?

No però il mio sogno è che lui la rifaccia live e io la vada a cantare con lui.

TREND: Fedez ribalta il Concertone del 1 maggio. La rete diventa la vera ammiraglia nella propagazione di un messaggio politico. Tu, da artista particolarmente social, la senti questa responsabilità?

Io sono un'artista social come Fedez ma con meno soldi, infatti volevo dire ‘Federì damme la Lamborghini se te la devi togliere (ride, ndr). Lui si è esposto pubblicamente e questa cosa non è da tutti i giorni. Personalmente, ben venga se quello che dico porta con sé un messaggio, ma non voglio essere da esempio e non voglio questa responsabilità, altrimenti non potrei più fare la stand up comedy. Non sono né Mandela né Nilde Iotti, se lo fossi farei politica e non satira. La satira politica di oggi, tra l’altro, non è più quella di ieri perché prima si andava ad attaccare qualcosa da abbattere a suon di risate, adesso quel qualcosa è già giù: i potenti sono cambiati, prima c’erano Craxi, Berlusconi, Andreotti, tanto materiale per i monologhi di Grillo.

BODYSHAMING: L'immagine in relazione al tuo repertorio, quanto conta la fisicità sul palco e tu come usi la tua? 

La fisicità è fondamentale perché è un gioco di contrasti. Se io salgo sul palco e dico che indosso una taglia 38, tu ridi. Se sono la prima a dirlo, mi spoglio del giudizio che altrimenti riceverei e questa è la libertà che consente alla comicità di funzionare.

Finito momento 3.0. Passiamo alle domande scomode.

LOL, un successo enorme e in parte inaspettato. Mi dici 10 nomi di comici che stimi e vedresti benissimo nella stagione 2?

Non me lo chiedere, ti prego. Non ne faccio perché sicuramente farei torto a qualcuno.

Ok, allora ti chiederò se ti hanno mai proposto Sanremo e, laddove no, se ti piacerebbe farlo. 

Sanremo è la classica cosa che se ti chiedono di fare, la devi fare bene, ché se la fai male ti ammazza la carriera. Quindi, da un lato sì ma lo vorrei sapere per tempo così mi preparo.

È il momento storico del politicamente corretto. Da donna, bianca ed etero, cosa ti offende e cosa vorresti scomparisse dalla cultura del nostro Paese?

Mi feriscono le offese gratuite, l’intolleranza, il bodyshaming, il rancore verso le idee. Credo che abbiamo un problema di controllo della rabbia che è figlio di questo folle tempo.

Di cosa ti accusano maggiormente?

Di essere volgare, di avvalermi di un continuo turpiloquio per arricchire il mio repertorio. E poi, incomprensibilmente, di essere una donna che odia gli uomini. Però, insomma, come se dice: se volevo piacé a tutti nascevo pizza, no?

Chiudiamo cavalcando un altro tuo grande talento, quello di apporre hashtag alle interviste: quali metteresti a questa?

Sicuramente, #laveritàlogiuro e #giornalismoeibrupofene.

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