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“Chi vuol essere milionario?”, il concorrente corregge gli autori: ‘Queste non sono metafore’

Rispondendo a una domanda, il concorrente Alessandro Limaroli fa notare a Gerry Scotti e agli autori come, a suo avviso, quelle scelte per come possibili risposte non siano delle metafore, così come indicato nella domanda, ma delle similitudini. Questo non gli impedirà di riuscire a dare ugualmente la risposta esatta.
A cura di Andrea Parrella
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La nuova stagione di "Chi vuol essere milionario?" sta registrando un ottimo riscontro di pubblico, forte di un programma che continua ad appassionare i telespettatori nonostante venga trasmesso in tv da 20 anni e dei concorrenti di questa nuova edizione revival, che si stanno dimostrando particolarmente preparati (è già storia del programma la vittoria del milione di Enrico Remigio) oltre che perspicaci da un punto di vista strettamente televisivo. Nel corso della puntata del 12 febbraio uno dei concorrenti, Alessandro, ha addirittura sbugiardato gli autori del programma, segnalando quello he riteneva un errore nella formulazione della domanda. "Quale di queste metafore animalesche NON trae propriamente origine dal nome di un animale?", recita la domanda da 30mila euro. Le possibili risposte: testardo come un mulo, sano come un pesce, cieco come una talpa, testardo come un mulo.

Il concorrente corregge Gerry Scotti

Nel corso della sua disamina il concorrente, dotato di una capacità espositiva molto precisa, Alessandro Limaroli fa notare come, a suo avviso, quelle scelte non sono delle metafore ma delle similitudini. Appunto su cui Gerry Scotti glissa, ma che non impedisce al concorrente, che si serve di uno degli aiuti disponibili, di dare la risposta esatta: piangere come un vitello. Alessandro dovrà poi arrendersi di fronte alla domanda da 70mila euro, basata su una citazione musicale alla quale non riesce a rispondere correttamente. Torna a casa ugualmente contento, con un assegno da 20mila euro.

La differenza tra metafora e similitudine

L'annotazione del concorrente ha in effetti ragion d'essere. Similitudine e metafora sono in effetti due figure retoriche per certi versi simili e facilmente confondibili, vista la loro prossimità in fatto di caratteristiche. Simili, ma non uguali. Se la similitudine mette infatti a confronto due concetti, la metafora si differenzia dalla prima per l'assenza di avverbi di paragone. E in effetti tutte le quattro possibili risposte proposte dagli autori di "Chi vuol essere milionario?" hanno al loro interno la parola "come", che è un avverbio di paragone.

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