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Bufera su Ti lascio una canzone, i cattolici: “E’ diseducativo, bambini adultizzati”

Durissima presa di posizione dell’Aiart, associazione di spettatori cattolici, che ha puntato il dito contro “Ti lascio una canzone”, il programma condotto da Antonella Clerici. Ecco cosa hanno detto…
A cura di Fabio Giuffrida
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"Ti lascio una canzone" resiste al "terremoto" Maria De Filippi che, con grandi ospiti e uno spettacolo di qualità, batte tutti. Proprio per questo motivo la Rai ha pensato bene di promuovere Antonella Clerici affidandole altre due puntate del programma di Rai 1 che andrà avanti fino a fine aprile, sfidandosi contro "Amici". E dopo la bella notizia, come tradizione vuole, salta fuori anche quella brutta. Un'associazione di telespettatori cattolici, l'Aiart, ha puntato il dito contro "Ti lascio una canzone" poiché non sarebbe educativo e soprattutto farebbe un uso improprio dei minori. Il presidente dell'Aiart, Luca Borgomeo ha fatto sapere che la sua associazione continua a ricevere proteste:

Riteniamo fondate le preoccupazioni di tanti genitori per una trasmissione diseducativa, che utilizza i minori spesso adultizzandoli. Chiedo che la Rai dia notizie su eventuali compensi, diretti e indiretti, che i protagonisti, i bambini e i loro genitori, ricevono per partecipare ad una trasmissione che andrebbe rivista o forse sospesa.

Si critica soprattutto il look dei bambini e la scelta delle canzoni:

E' comprensibile il disagio di tanti genitori nel vedere sfruttati l'ingenuità ed il talento dei minori, impegnati a cantare brani lontani anni luce dal loro mondo. Per non parlare poi del look delle bambine, del loro patetico, assurdo voler imitare con sguardi languidi e movenze femminili le grandi cantanti.

E conclude:

Una tv pubblica dovrebbe essere attenta a questi problemi e farsi carico degli effetti che la partecipazione a questi show può avere sulla formazione e sul futuro di questi bambini.

Viene contestato il rischio che i bimbi possano scimmiottare i grandi, possano in qualche modo imitarli, cantando brani che da loro potrebbero non essere compresi; o ancora potrebbero essere catapultati in un mondo tutto nuovo, che potrebbe talmente affascinarli da distrarli nelle loro abituali attività. In molti, in questi anni, si sono chiesti, poi, se fosse giusto che un bimbo impegnasse qualche ora alla settimana per salire sul palco di una trasmissione tv anziché pensare a trascorrere il proprio tempo con i bimbi della stessa età, magari giocando. Il pericolo, infine, è che sia nei genitori che nei piccoli aspiranti cantanti possano nascere speranze e pretese che un programma tv non può sempre soddisfare: tra i talenti "sfornati", e ancora oggi molto amati, spiccano Il Volo e Cristian Imparato.

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