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Barbara Alberti: “Al Grande Fratello Vip imbottita di Lexotan, ero sotto shock dopo un’aggressione”

Barbara Alberti ripercorre l’ultimo anno di attività che l’ha vista transitare, per la prima volta, nella Casa del Grande Fratello Vip. “Sono andata lì imbottita di Lexotan. In una notte ho scordato tutto”, racconta la scrittrice ricordando quell’esperienza in televisione. L’ultima, per il momento, di una lunga serie di partecipazioni.
A cura di Stefania Rocco
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In tv mi sono divertita in modo indecente. Reduce da un’aggressione, ero sotto shock. Sono andata lì imbottita di Lexotan. In una notte ho scordato tutto”, racconta Barbara Alberti al Corriere della Sera, ripercorrendo le settimane vissute nella Casa del Grande Fratello Vip. Per la prima volta concorrente di un reality show, la nota e colta scrittrice ha ceduto al lungo corteggiamento dell’amico Alfonso Signorini, alla sua prima volta da conduttore del reality show di punta di Canale5. È stata un’esperienza sopra le righe quella vissuta da Barbara nella Casa: ne uscì a metà percorso a causa di un breve ricovero, salvo poi decidere di rientrare fino al televoto che ne ha decretato l’eliminazione.

L’infanzia “schizofrenica” e il rapporto con Vittorio Sgarbi

Ho avuto una bellissima infanzia schizofrenica. A 6 anni vidi che la penna scriveva. Avevo trovato la via di uscita. La nonna materna ad Assisi ci menava con il rosario, per lei tutto era peccato: la risata, l’altalena, l’orlo delle mutandine. I nonni toscani, anarchici, vivevano di opere liriche”, dichiara ancora Alberti a proposito degli anni di vita vissuti prima di scoprire la penna. Poi la scrittura come terapia contro i mali moderni e l’incontro fulminante con Vittorio Sgarbi:

È stato la mia musa. Ho scritto un’autobiografia come se fosse sua. Sull’arca del diluvio da Covid ho imbarcato lui e il filosofo Giorgio Agamben, gli unici che non si sono piegati al pensiero unico.

La paura della morte

Infine, Barbara dichiara di avere paura della morte. Da non credente, ritiene sia la fine di un percorso dopo la quale non rivedrà alcuno dei volti cari lasciati: “Moltissimo. Mi fa incazzare. Invidio i cattolici veri. Per loro sarà solo l’inizio. Vorrei tanto credere in Dio. Invece so che non potrò rivedere i miei morti e i miei vivi. Aveva ragione Alberto Moravia: ’Tanta fatica per imparare l’inglese, e poi, tac!, fine’. Ho capito come avrei dovuto amare mia madre solo 20 anni dopo che se n’era andata. Non siamo mai a posto con i morti. Mai, mai, mai”.

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