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All’Arena di Massimo Giletti gli sviluppi sulla scomparsa di Yara Gambirasio

L’Arena, il programma del primo pomeriggio domenicale di Rai Uno, discute la tragica svolta del caso di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa a Brembate di Sopra.
A cura di Gabriella Conte
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Massimo Giletti

A dieci giorni esatti dalla scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio viene arrestato un uomo con l’accusa di sequestro ed omicidio.

E’ questa la tragica svolta del caso che, ovviamente, oggi occupa più che mai la prima pagina della cronaca. Ecco allora che l’Arena, il programma del primo pomeriggio domenicale di Rai Uno, condotto da Massimo Giletti per la regia di Giovanni Caccamo, ha adeguato la scaletta alla notizia del giorno.
Il programma, diviso in due parti: il talk show sui fatti più discussi della settimana e“L’Arena Protagonisti”, nella quale Giletti incontra ogni settimana un personaggio di primo piano, vede la presenza di molti gli ospiti in studio con i quali dibattere il tema della giornata. Oggi erano per lo più giornalisti che, in tv o sulla carta stampata, stanno seguendo il caso, come precedentemente hanno fatto per la drammatica vicenda di Sarah Scazzi.

Si parte dall’evoluzione delle indagini: il fermo, ieri sera, di un ventitreenne nordafricano, impiegato nel cantiere tra Brembate e Mapello, che stava tentando la fuga dall’Italia imbarcandosi su una nave per il Marocco. La nave è stata fatta fermare e l’uomo messo in stato di fermo e riportato a Brembate da una motovedetta dei carabinieri.

Si sarebbe arrivati a lui attraverso un’intercettazione telefonica. Apprendiamo che i carabinieri, infatti, dopo che il cerchio delle indagini si è stretto intorno al cantiere, controllavamo molti del personale e sarebbe stata intercettata un’affermazione del giovane:  «Allāh mi perdoni, ma non l’ho uccisa io».

Ci sono collegamenti in diretta con il paese di Yara, Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo.

Si parla della famiglia della piccola, che ha sempre fatto capire di non voler parlare alle telecamere né fare appelli, per cui hanno delegato il sindaco: il padre è geometra, la madre insegnante d’asilo e hanno 4 figli  una ragazza di 15 anni, Yara di 13 e 2 bambini piccoli. Si sottolinea come la riservatezza dei Gambirasio sia un atteggiamento protettivo, da non confondere in alcun modo con l’omertà, e per questo la famiglia merita molto rispetto.

Emerge nuovamente il parallelo con il caso di Sarah, ma si sottolinea come due storie più diverse non potrebbero esistere: quella di Avetrana è una tragedia familiare, questa di Brembate la classica storia “dell’uomo nero”.

Si rianalizzano i momenti della scomparsa, le indagini fanno presumere che dalla palestra Yara non si sia diretta verso casa, ma la strada che avrebbe percorso portava al cantiere. Viene trasmesso un passaggio della testimonianza delle preside della sua scuola, suor Carla, che la definisce “una ragazzina che sa il fatto suo”, non era una sprovveduta Yara. D’altronde anche la polizia di stato concorda sul fatto che la studentessa non avrebbe seguito di sua volontà uno sconosciuto, nonostante nessuno abbia visto Yara quel tragico venerdì sera uscire dal portone principale della palestra. Si ascolta la testimonianza telefonica dell’ultima persona che l’ha vista: Daniela rossi, la sua istruttrice di ginnastica ritmica. La donna dichiara che non c’era nulla che in questo periodo turbasse la ragazza, era sempre felice, sorrideva sempre e sicuramente era diretta a casa.

Si ripercorre l’iter delle indagini che si sono concentrate molto sulla pista fiutata dai cani addestrati: i cani segugio hanno puntato con decisione verso il lato opposto rispetto alla strada che la piccola avrebbe dovuto prendere per tornare a casa, hanno costeggiato la palestra all’interno del centro sportivo giù verso un cascinale fino all’immenso cantiere dove dovrà sorgere un centro commerciale.

Maurizio Antonio Santamaria, Maresciallo Capo dell’arma dei carabinieri, intervistato da Giletti conferma come i cani siano stati fondamentali. E Sposini, ospite in studio, apre una provocazione: perché anche ad Avetrana non furono utilizzati i cani?

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