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Adriano Pantaleo dopo Natale in casa Cupiello: “Eduardo è di tutti, non ingabbiamolo”

L’attore, che ha preso parte al film di Edoardo De Angelis nel ruolo di Tommasino, racconta a Fanpage.it l’esperienza sul set e il grande e inaspettato successo del film. Sulla sua carriera e il successo sin dall’infanzia aggiunge: “Nella mia vita non ho ricordi precedenti a quelli di attore. Ovviamente quelle esperienze di bambino le vivo con un certo distacco, lo guardo con tenerezza, come non fossi io”.
A cura di Andrea Parrella
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L'operazione di Natale in casa Cupiello, la commedia di Eduardo De Filippo portata in Tv su Rai1 con la trasposizione cinematografica di Edoardo De Angeli e Sergio Castellitto nei panni di Lucariello, si è rivelata un successo di pubblico enorme, ben al di là delle aspettative. Un risultato salutato dalla Rai e dai protagonisti con entusiasmo, per il valore che questo riscontro può avere nell'estendere la conoscenza del grande drammaturgo napoletano ad un pubblico sempre più ampio e di livello nazionale. Dopo il commento del regista Edoardo De Angelis, che ha rilasciato un'intervista a Fanpage, ha detto la sua anche Adriano Pantaleo, che ha interpretato il ruolo di Tommasino (nennillo) interpretato da Luca De Filippo nella storica registrazione Rai. Intervenendo nella diretta quotidiana di Fanpage, Pantaleo ha definito il successo "una botta emotiva non indifferente". Proseguendo così: "Non credevo in un riscontro così ampio e probabilmente ha pesato la reclusione forzata e la poca condivisione dell'evento stesso, visto che non abbiamo fatto un percorso classico di presentazione. Ieri ero emozionato come la prima volta in scena. Frastornato ma felice". 

Vi aspettavate un successo di tali dimensioni?

Credo nessuno si aspettasse questo risultato. Fare il 24% di share significa che ci ha scelti un italiano su quattro. Potente anche perché imprevista. Io penso che sia una grande vittoria anche in relazione alle polemiche. 

Per te questo non è il primo lavoro in un'opera derivata da Eduardo, eri anche nel cast del Sindaco de Rione Sanità di Martone. L'operazione di Natale in casa Cupiello ha generato anche molte critiche aprioristiche, alimentando il corposo fronte di chi crede in una intoccabilità di De Filippo. 

Io sono della fazione opposta a chi sostiene l'intoccabilità di Eduardo. Hai citato Il sindaco del Rione Sanità, al quale prima del film avevamo lavorato come spettacolo teatrale insieme alla compagnia Nest, della quale faccio parte con Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Andrea Vellotti, Giuseppe Miale Di Mauro. Da lì nasce l'operazione cinematografica di Martone, che è stato premiato a Venezia ed è andato molto bene in sala. Insomma, come potrei pensare ad un Eduardo intoccabile?

Da dove nasce, secondo te, questo scetticismo?

Non saprei, ma penso che questa gelosia morbosa nei confronti di un gigante rischi di diventare una gabbia per le sue potenzialità infinite. Credo che siamo appena all'inizio di un percorso di analisi profonda della drammaturgia eduardiana, che prima di oggi ha avuto diversi esempi. Siamo solo al principio perché Eduardo è ancora recente e perché ci sono tutte le storiche registrazioni della Rai che lui ci ha lasciato come attore e regista che lo rendono quasi un nostro contemporaneo, obbligandoci ad un raffronto costante con la sua opera quando lo riportiamo in scena. 

Quale credi sarà l'effetto immediato di questo successo?

Oggi mi sono reso conto che sui social si parlava solo di questo. Bisogna ringraziare la Rai, Picomedia, Edoardo De Angelis. Il fatto che De Filippo sia tornato, da una settimana a questa parte, ad essere pop, uno degli argomenti pricnipali di questa nazione, è una roba forte che è indipendente dal nostro gusto soggettivo. 

Sei noto per tante generazioni di spettatori e reciti sin da bambino. Come ti rapporti alla cosa e come guardi il successo del passato rispetto all'attore che sei?

Io ho iniziato piccolissimo, ho 37 anni e l'anno prossimo saranno 30 anni da Io Speriamo che me la cavo. Insomma, nella mia vita non ho ricordi precedenti a quelli di quando sono stato un attore. Ovviamente quelle esperienze di bambino le vivo con un certo distacco, come se provassi un affetto per quel bambino quasi come non fossi io. Però certamente questo percorso, come tutte le carriere, è stata fatta di alti e bassi, anche crisi. Ma quando mi riprendevo succedeva sempre per qualcosa che aveva a che fare con la mia città, che mi ha spinto emotivamente a partecipare nel racconto di questo luogo che vivo. 

Ci sono altri due progetti legati ad Eduardo su Rai1. Ci sarai?

Si tratta di una trilogia affidata a Edoardo De Angelis. Solitamente non si può dire, va tenuto nascosto, ma la verità è proprio che non lo so. La sceneggiatura di Non ti pago, Edoardo è grato a questo gruppo di attori con cui ha lavorato, da cui dice di aver ricevuto tanto. Io penso che se dovesse scegliere di nuovo qualcuno di noi, ci terrà presente. 

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