Vincenzo Mollica: “Ho paura del buio, ma Camilleri mi ha insegnato a non vedere”

Storico inviato del Tg1, Vincenzo Mollica aveva confessato di combattere contro un glaucoma e di essere malato di Parkinson. Sarebbe dovuto in pensione lo scorso 27 febbraio, ma per poter partecipare al suo ultimo Sanremo, il giornalista aveva prorogato il suo addio alla Rai. Sul palco dell'Ariston aveva commosso la dedica per Vincenzo Mollica aveva commosso non solo il pubblico ma anche lui stesso, seduto tra le prime file della platea, quella che il giornalista dopo quasi 40 anni al Festival conosce molto bene. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it aveva ironizzato sulla sua malattia: "Con quel po' di vista che mi è rimasta, cioè un caz**, vi dico che mi tolgo dai co**ioni”. È tornato a parlarne, ascoltato da Vanity Fair, raccontando che è stato Andrea Camilleri ad insegnarli a conviverci.
L'amicizia con Andrea Camilleri
Il giornalista racconta quanto sia stato significativo l'incontro con lo scrittore Andrea Camilleri, un grande insegnamento per la sua carriera e una chiave di lettura per la vita. Anche il padre di Montalbano infatti, ha dovuto combattere contro il glaucoma:
La cosa della mia carriera di cui vado più orgoglioso è l’incontro con Andrea Camilleri: è stato lui che mi ha insegnato a non vedere. Abbiamo vissuto contemporaneamente l’arrivo del glaucoma, la cui traduzione letteraria è: ladro silente di vista e ho imparato come dovevo comportarmi guardando, mi consenta il verbo, lui.
Parole di affetto, di stima, ogni immagine che Vincenzo Mollica racconta trasforma la sofferenza in poesia:
Anche i colori sono importanti. Lui si allenava pensando, prima di addormentarsi, a un quadro. La mattina lo descriveva a chi gli stava intorno, raccontando con precisione le sfumature di colore, e chiedeva che si verificasse l’esattezza del suo ricordo.
Vincenzo Mollica e la lotta contro il buio
Difficile non provare paura, racconta il giornalista, ma l'importante è non lasciarsi andare, continuare a lottare:
Cerco con tenacia di tenere acceso finché posso. Ho paura del buio che verrà perché, da lì, non si torna indietro, ma nel frattempo, cerco di non scoraggiarmi (…). Ogni mattino mi sveglio e penso di essere una persona fortunata perché ci sono ancora le albe e i tramonti. E perché ho ancora voglia che succedano belle cose.
Una battaglia combattuta a fianco della moglie:
Da quando non vedo mi sembra di percepire meglio il carattere delle persone. Prima la distrazione degli occhi mi confondeva: ho scoperto che la voce dice moltissimo di chi sei. E anche che un film si può guardare con le orecchie. Non ho smesso di andare al cinema: le scene in cui non parlano me le spiega mia moglie.