Venier e Lucarelli difendono la D’Urso, con loro anche Dalla Chiesa e Crespi
Tempi duri per Barbara D'Urso e per tutte le conduttrici che lavorano in tv senza avere il tesserino giornalistico. L'attacco di Enzo Iacopino (presidente dell'OdG, ordine dei giornalisti) contro l'esercizio abusivo della professione non ha provocato poche reazioni e critiche. La rete si ribella all'ostentazione dei dati d'ascolto, ma dalla parte della nota conduttrice di Domenica Live e Pomeriggio 5 scendono in campo colleghe come Mara Venier, Rita Dalla Chiesa e Selvaggia Lucarelli, insieme a tanti nomi del giornalismo italiano.
Mara Venier ha rilasciato un'intervista ad Adnkronos, dichiarando di capire perfettamente la sua condizione perché in passato ha subito lo stesso trattamento:
Barbara D'Urso la capisco benissimo. Ci sono passata anche io per le interviste ai leader politici a Domenica In. Ogni domenica sera l'Ordine dei Giornalisti faceva un comunicato tuonando contro di me, dicendo che io non potevo fare quelle interviste perché non ero giornalista. Alla fine a forza di duellare con dichiarazioni e controdichiarazioni, con l'allora presidente dell'Ordine del Lazio e del Molise, Bruno Tucci, diventammo amici. Lo invitai pure in trasmissione. […] Non so Barbara ma io soffrivo moltissimo di quegli attacchi. Quelle interviste andavano benissimo anche sul piano dell'Auditel. Venivano tutti i sedersi sulla mia poltrona bianca ma ogni domenica c'era la rivolta dell'Ordine. Poi non ne potei più tant'è che dissi basta. Accadde dopo l'intervista a Berlusconi.
Lucarelli: "Quelli con il tesserino non fanno di meglio"
Meno complice (forse anche per i recenti scontri legali), ma pur sempre dalla parte della D'Urso, è stata Selvaggia Lucarelli, che si è così espressa in un lungo post su Facebook:
Non che sia addolorata, anche perchè vista la sua abitudine a scomodarli lei i tribunali pure se uno dice che ha un'unghia ingiallita, magari prova l'ebbrezza di stare dall'altra parte. Però quello che leggo nella denuncia, ovvero "anche il diritto di cronaca ha dei limiti sanciti dalla legge" o la signora D'Urso conduce interviste senza essere titolata o causa ripercussioni negative sull'immagine della professione giornalistica, beh, mi permetto di dire che è tutto vero, per carità, ma non è che certi signori col tesserino scintillante facciano di meglio. Magari il contesto appare meno baraccone, magari non fanno le faccette o i carmelitasmack tra una disgrazia e un'intervista alla Fico, però nel torbido ci rovistano allo stesso modo. Ma proprio allo stesso, indugiando sul macabro, parlando di minori, invitando soubrette a discutere di sentenze e di omicidi, non preoccupandosi minimamente delle ripercussioni psicologiche che certe trasmissioni possono avere sui figli dei vari Bossetti & co. Non preoccupandosi del fatto che la spettacolarizzazione della cronaca nera produca un'orda di mitomani che si improvvisano testimoni, amici, confidenti delle vittime pur di finire in programmi e giornali. Non preoccupandosi di nulla, sostanzialmente.
Lorenzo Crespi e Rita Dalla Chiesa sono solidali
Su Twitter, invece, si sono schierati in soli 140 caratteri gli amici Lorenzo Crespi e Rita Dalla Chiesa:
I giornalisti italiani a favore della D'Urso
L'Ordine finisce anche nel mirino dei giornalisti regolarmente iscritti: