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Un caso Mark Caltagirone a Un Posto Al Sole. Marina Tagliaferri: “Violenza mentale, denunciate”

La soap opera italiana più longeva della televisione italiana (in onda ininterrottamente da 24 anni su Rai Tre) affronta un tema attuale attraverso uno dei personaggi più amati: Giulia. La protagonista è vittima di un raggiro, quello che in termine tecnico si chiama “ghost lover scam”, ossia la truffa del fidanzato fantasma. Il tema ha dei punti di contatto con l’ormai celebre caso Mark Caltagirone-Pamela Prati, seppur con delle differenze. A Fanpage.it intervengono il capo autore e ideatore della storia, Paolo Terracciano, e l’attrice Marina Tagliaferri, che interpreta Giulia Poggi.
A cura di Andrea Conti
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Da 24 anni Un posto al sole racconta uno spaccato della società italiana, rimanendo legata ai temi di stretta attualità. Ininterrottamente in onda, dal lunedì al venerdì su Rai Tre alle 20:45, la soap opera vede al centro non solo gli attori protagonisti alle prese con i loro problemi personali e lavorativi, ma gli stessi vengono immersi anche in temi e circostanze legate a fatti di attualità e cronaca vera. Non è un caso che si siano trattati argomenti come l'identità di genere, rapporto genitori-insegnanti, le violenze psicologiche e sessuali, ma anche la dipendenza dalle droghe e i fatti di camorra. Sono proprio questi gli ingredienti del successo di uno dei programmi più amati della tv italiana, una produzione nostrana targata Rai Fiction, Fremantle e il Centro di Produzione Rai di Napoli.

L'ultimo tema affrontato è quello del “ghost lover scam”, ossia la truffa del fidanzato fantasma, che si svilupperà per un altro mese. Giulia Poggi, una delle figure più amate della soap, mamma e donna attivissima sul fronte sociale con il proprio centro di accoglienza, che gestisce assieme alla figlia Angela, si ritrova vittima di una spirale pericolosa. Un caso che in qualche modo si ricollega a quello di Mark Caltagirone, il fidanzato fantasma di Pamela Prati, ma soprattutto un caso che riguarda purtroppo centinaia di vittime sole, che sui social vengono facilmente raggirati.

La storia vera di Michelangelo Tommaso e Samanta Piccinetti

Tutto sommato il tema ce l'avevamo anche in casa" – spiega il capo autore storico della soap e l'ideatore della storia Paolo Terracciano – "perché due nostri attori Michelangelo Tommaso (Filippo nella soap, ndr) e Samanta Piccinetti (Arianna, soap) hanno denunciato a ‘Chi l’ha visto' di essere state vittime di furti d’identità: le loro foto venivano usate per adescare single online per le truffe romantiche. Al di là di questa curiosa coincidenza, quello della truffa del fidanzato fantasma è un tema attualissimo e abbiamo pensato di svilupparlo con il personaggio di Giulia, che corrisponde al profilo medio, per età e tipologia di donna, della vittima di una situazione del genere. Vedere una donna come Giulia così forte ed emancipata, cadere in una situazione del genere crea sconcerto. Credo che i truffatori ‘romantici' identifichino e intercettino, da alcuni elementi che possono trovare sui canali social, il bisogno di affetto di una persona sola”.

Giulia, infatti, si ritrova a chattare – delusa da una storia d'amore precedente – per diverse settimane con il misterioso Marcello, di giorno e di notte. Piano piano l'uomo riesce con le sue parole a entrare nel cuore della protagonista, fino a quando le annuncia di voler andare a Napoli per conoscerla. Ma si verifica un problema, Marcello deve annullare il viaggio perché il figlio si troverebbe in una situazione economica difficilissima, a causa di investimenti sbagliati. Giulia si propone di aiutare economicamente il suo amato virtuale. A quel punto alcuni dubbi iniziano ad avanzare, non in Giulia, ma negli amici più stretti a lei, che la invitano a riflettere bene su tutta la storia.

Il confronto con il caso di Pamela Prati

La vicenda di Mark Caltagirone l’ho seguita, come tutti. È evidente che in quel caso siamo in presenza di personaggi del mondo dello spettacolo, che per carità possono anche ritrovarsi vittime di certi raggiri. Sono famosi e hanno soldi, molte le truffe mirano al denaro – continua Terracciano – c'è però un confine labile con la verità. È indubbio che restare ‘vittime' di una truffa possa in qualche modo far accendere i riflettori su un personaggio, che in qualche modo, può trarne beneficio mediatico. Nel caso di Gulia parliamo di una persona normale che viene raggirata. Ci sono delle analogie con il caso di Pamela Prati, ma anche delle sostanziali differenze”.

Ci siamo documentati molto sulla situazione delle vittime di queste truffe sentimentali – continua il capo autore -, anche attraverso le Associazioni dedicate. Quello che colpisce è che c'è un mondo sommerso delle chat che piano piano sta venendo a galla. La nostra intenzione non è assolutamente quella di demonizzare il web, quanto piuttosto invitare ad un uso corretto. Il ceto basso è più vulnerabile rispetto a quello alto? Non sono d'accordo, qui parliamo di esseri umani. Giulia è una donna istruita e borghese, eppure è vittima. Il punto dolente su cui vanno a battere i truffatori è il senso di solitudine, che accomuna indistintamente un po' tutti”.

L'opinione di Marina Tagliaferri, Giulia Poggi nella soap

Interviene, infine, anche l'attrice Marina Tagliaferri, che presta il volto a Giulia Poggi:

Il problema delle truffe romantiche è generazionale. Per spiegare al meglio il concetto, uso la metafora del vecchio insegnamento delle nostre nonne di non aprire la porta di casa a nessuno. Poi c'è stato un salto generazionale, noi 60enni oggi invece apriamo la porta del web agli sconosciuti. Noi siamo forse solo sopravvissuti alle truffe telefoniche, quando accadeva sembravamo tutti eroi (ride, ndr). Invece sul discorso del web, che è un universo parallelo e un mondo vastissimo, siamo più vulnerabili a finire in certi sistemi. Intendiamoci, è raro che una truffa di questo genere capiti a una ventenne. I ragazzi di oggi sono nati nel web, è la loro casa, e sanno gestirne i meccanismi. Noi no, perché Internet ci è ancora sconosciuto psicologicamente. Il concetto che vogliamo trasferire a chi ci segua a casa è di non aprire la porta del web. C'è sempre un pericolo in agguato, ci sono mille persone che ci bussano, forse una è sincera, ma le altre non sappiamo da dove provengano. Le vittime spesso tacciono perché divorate dalla vergogna, è una violenza mentale a tutti gli effetti. Noi vogliamo dire a tutte le donne che si sono ritrovate in questa situazione di denunciare e a non avere paura. La polizia postale in questi casi fa un lavoro eccezionale.

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