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Troppi Tg in Rai, Gubitosi vuole dimezzarli

Il canale Rai News 24 è stato completamente ucciso dalle 21 edizioni che producono Tg1, Tg2 e Tg3. Il direttore generale Rai vuole dimezzare ed accorpare le redazioni sul modello Bbc.
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Il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, sta pensando seriamente di dimezzare le testate giornalistiche, pensando ad un modello europeo di informazione. Su "La Repubblica" in un pezzo a firma di Aldo Fontanarosa, si legge che sarebbero troppi 21 telegiornali al giorno, e allora la riforma di Luigi Gubitosi, direttore generale Rai, vuole emulare i buoni esempi europei: se la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf e la Bbc hanno tutte una direzione centralizzata delle news, con un solo giornalista a capo di tutta l'informazione, perché non realizzare un modello uguale anche in Italia. Sarà difficile fare in modo che il cambiamento possa realizzarsi, ma la voglia di portare tutto a termine è grande. Bisogna partire dai limiti logistici: l'informazione Rai è dislocata in 7 diverse palazzine, il confronto la Bbc che ha sede unica è impossibile. Ma per questo Gubitosi ha chiesto un consiglio di amministrazione straodinario, previsto mercoledì 23 luglio per parlare della sua riforma.

Il canale Rai News 24 è stato completamente ucciso dalle 21 edizioni che producono Tg1, Tg2 e Tg3. Lo share del channel tutto dedicato alle notizie ha una media dello 0,57% nei primi 6 mesi del'anno, l'obiettivo è crescere portando Rai News 24 vicina alla media di Bbc World. Fondamentale sarà la collocazione diversa sul telecomando, visto che la posizione numero 48 non gioca a favore. Le testate giornalistiche da 8 attuali potrebbero passare ad un massimo di 5, le redazioni saranno accorpate ma nessuno marchio storico sparirà, ovvero se Tg1 e Tg2 dovessero accorparsi, non spariranno le due edizioni, ma l'informazione sarà comunque differenziata. Il Tg1 sarà dedicato a notizie ad ampio raggio, il Tg2 dovrà accentuare la sua tendenza per seguire costume e società, mentre il Tg3 sarà orientato al sociale e agli esteri, cercando di mettersi alle spalle quell'alone democristiano, socialista e comunista, assegnata alle edizioni ai tempi della Prima Repubblica. 

La flessibità dei giornalisti: ognuno dovrà lavorare per qualsiasi testata dell'azienda e dovrà usare la telecamera o lo smartphone per filmare, mentre oggi la funzione di ripresa è completamente riservata all'operatore. Alla riforma lavorano il direttore generale Gubitosi, il direottore delle Risorse Umane Fiorespino, dello Sviluppo Strategico Nardello, e Nino Rizzo Nervo, presidente del Centro per la Formazione in giornalismo radiotelevisivo.

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