Ti lascio una canzone sospeso, l’Associazione Genitori: “Grottesche imitazioni degli adulti”
Antonella Clerici non avrà a che fare con i bambini di "Ti lascio una canzone": un programma molto amato dai telespettatori che vede protagonisti promesse della musica italiana e non solo. Da lì, ad esempio, sono saltati fuori i tre ragazzi che oggi costituiscono il gruppo "Il Volo", un trio che sta girando tutto il mondo e che ha avuto successo più all'estero che in Italia. Insomma un programma a cui piace creare nuove star, che non ha grandi pretese ma che confeziona uno show di alto livello. Quello che a qualcuno non piace è l'uso di bambini in prima serata su una rete ammiraglia come Rai 1. Il rischio è che i bambini possano essere caricati di aspettative eccessive, il rischio è che alla loro età siano catapultati in un "mondo" che è più grande di loro, fatto di prove, luci e ritmi da diretta televisiva. Uno stress a cui i più piccoli non andrebbero sottoposti: salire su un palco così prestigioso potrebbe disturbare, ad esempio, le loro attività quotidiane, dallo sport alla scuola. Queste le accuse che in questi anni hanno lanciato alcune associazioni di genitori verso il programma "Ti lascio una canzone" condotto egregiamente da Antonella Clerici.
L'Associazione: "Genitori sedotti dall'illusione di una labile fama dei figli"
Ora, come saprete, "Ti lascio una canzone" non figura nel palinsesto di Rai 1 ma questo non significa che presto non possa tornare in tv. Probabilmente potrebbe essere trasmesso il prossimo anno ma, di certo, la tv di stato non ha alcuna intenzione di metterci una pietra sopra. In una nota diffusa dal Presidente dell'Associazione Genitori, Fabrizio Azzolini, si esprime, invece, soddisfazione per la mancata conferma del programma della Clerici sulla rete ammiraglia della Rai:
Apprendiamo con soddisfazione che nel palinsesto Rai 2014-2015 non è confermato Ti lascio una canzone. Erano sette anni che chiedevamo di fermare quel programma insieme ad altre associazioni genitori, il Forum delle famiglie, l'Aiart e altre associazioni di utenti. Un segnale di rinnovata sensibilità alla Rai verso il ruolo di servizio pubblico e di attenzione alla tutela dei diritti dei bambini in tv. […] Nel programma i bambini sono adultizzati nell'abbigliamento e negli atteggiamenti manierati e zuccherosi, imbarazzati nel rispondere a domande sui sentimenti rivolte da chi conduce lo spettacolo. Grottesche imitazioni degli adulti ad un pubblico osannante e alla commozione esibita di genitori sedotti dall'illusione di una labile fama dei figli da afferrare.
E infine conclude la nota:
L’auspicio è che in Rai e nelle televisioni private i bambini ‘facciano i bambini’ davvero ed esprimano le loro capacità innate, canore e non solo, con la serena spontaneità che gli è propria. Non bambini-strumento, ma bambini veri e veramente dotati. In un tono di allegria e semplicità, senza melassa.