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Tale e Quale 2021, Carlo Conti ‘aggira’ lo scoglio blackface: “Abbiamo preso una cantante nera”

Il conduttore conferma in conferenza stampa che il divieto di blackface verrà rispettato, ma spiega il cambio di regolamento per continuare a portare sul palco canzoni di artiste e artisti neri: “A me sembrava una grande ingiustizia, un modo per ghettizzare un genere musicale e tanti artisti: “Mi sono detto che se non potevamo prendere una persona bianca che interpretasse una cantante di colore,  potevamo prendere una cantante bravissima, di colore, che è più chiara di me peraltro, per interpretare tutti i cantanti e le cantanti di colore”.
A cura di Andrea Parrella
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Sta per tornare Tale e Quale Show, il programma condotto da Carlo Conti diventato un grande classico di della Tv generalista degli ultimi anni. Dal 18 settembre, categoricamente al venerdì, ritroviamo su Rai1 le esibizioni canore dei personaggi dello spettacolo che si cimentano in imitazioni di grandi nomi della storia della musica. L'attesa per il ritorno del programma era accompagnata dalla grande novità di questa stagione, ovvero la decisione Rai di vietare il blackface, un’antica consuetudine razzista che vede artisti bianchi truccati e travestiti per sembrare neri. Dopo numerose polemiche, l'azienda è giunta a una decisione che si prevedeva avrebbe penalizzato fortemente Tale e Quale Show.

Le parole di Carlo Conti in conferenza stampa

Se tuttavia ci si aspettava di vedere d'oggi in poi un Tale e Quale Show privato delle imperdibili imitazioni di James Brown, Whitney Houston e Aretha Franklin, l'escamotage per aggirare la regola è stato semplice e Carlo Conti lo ha spiegato chiaramente nel corso della conferenza stampa di presentazione:

A me sembrava una grande ingiustizia, un modo per ghettizzare un genere musicale e tanti artisti. La lampadina si è accesa e mi sono detto che se non potevamo prendere una persona bianca che interpretasse una cantante di colore,  potevamo prendere una cantante bravissima, di colore, che è più chiara di me peraltro, per interpretare tutti i cantanti e le cantanti di colore.

Il compito spetterà Deborah Johnson, artista di origini afroamericane, figlia del noto cantante e bassista Wess Johnson, che sarà tra i concorrenti del programma.

La polemica di Ghali

Una strategia che punta ad evitare polemiche dannose per la Rai, come quella scaturita da una reazione di Ghali ad una sua imitazione portata sul palco di Tale e Quale Show nel 2020 da Sergio Muniz, tra i concorrenti del programma. L'artista milanese, durante la diretta, aveva commentato così sui social la questione:

Non facciamo una bella figura né con chi è meno superficiale in questo paese e nemmeno con chi ci guarda da fuori. Ci sono tante caratteristiche che si possono riprodurre ed imitare in un personaggio. È la seconda volta che mi emulate in questo modo, dipingendo la faccia oltre commenti usando luoghi comuni e paragoni su aspetto fisico e bellezza. Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso. Bastava l'autotune ed un bel look. Perché il Blackface è condannato ovunque specie in un anno come questo, in cui gli avvenimenti e le proteste sono state alla portata di tutti.

Cos'è il blackface

Con Blackface si intende un fenomeno ben preciso nato nell'800: è uno stile di makeup teatrale con il quale artisti bianchi si truccavano in modo da assumere le sembianze stilizzate e stereotipate di una persona nera. Nonostante fosse chiaramente utilizzato per evidenziare alcuni archetipi del razzismo americano (come quello dell'happy-go-lucky Darky delle piantagioni), fu una tradizione molto comune nel teatro americano e prese piede anche in Europa, utilizzata soprattutto nei Minstrel show. I bianchi si truccavano il volto di nero con sughero bruciato, cerone scuro o lucido per scarpe, portando spesso frac o abiti da straccione, producendo caricature che hanno contribuito a diffondere e a far radicare immagini e atteggiamenti razzisti (paradossalmente, persino alcuni attori neri recitarono in Blackface). Esisteva anche un genere musicale, la coon song, in cui l'artista nero veniva presentato con derisione, come un dandy impacciato. La consuetudine si estese poi in parte al cinema: il primo film sonoro di sempre, Il cantante di jazz, vedeva l'attore Al Jolson nei panni di un ragazzo bianco che si dipinge la faccia di nero per diventare jazzista, e attori come Bing Crosby e Judy Garland recitarono in blackface, senza dimenticare il caso di "Nascita di una nazione", film spartiacque del periodo muto ma certamente pervaso di un messaggio razzista. Oggi il Blackface e la cosiddetta iconografia "darky" sono un tabù negli Stati Uniti ma non mancano controversie in Europa, dove personaggi folkloristici come l'olandese Zwarte Piet sono oggetto di discussioni.

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