Sul Nove in onda le vittime invisibili del coronavirus
Anche i reportage d’inchiesta perdono la quarta parete. Chi vuole fare un punto inedito e diretto sui temi più scottanti della nostra attualità non deve far altro che sintonizzarsi tutti i venerdì alle 22:45 sul Nove e seguire le inchieste di #Hashtag, la nuova trasmissione realizzata dalla redazione di Fanpage “telecamera in spalla”, conducendo il pubblico direttamente nelle strade delle nostre città per osservarle insieme “senza filtri”. Il piatto forte del prossimo appuntamento è un’indagine approfondita sugli effetti della crisi scatenata dal coronavirus sulla nostra economia. Effetti immediati sulle fasce più deboli della nostra popolazione, ed effetti a più lunga gestazione che vedranno la loro reale epifania durante la ripresa: #covideconomy, insomma.
I nuovi diseredati
Camminando per le vie del centro di Milano, tra boutique del lusso e viali lastricati in marmo illuminati da raffinati lampioni, l’inviato di Fanpage incontra le vittime che non ti aspetti della pandemia che ci ha travolto. Non ce le aspettiamo, perché nessuno ne ha mai raccontato la storia, pur essendo davanti ai nostri occhi tutti i giorni. Sono i nuovi senzatetto, persone che non hanno mai fatto vita di strada, ma che, nel giro di pochissimi giorni, non sono stati più in grado di pagare l’affitto delle proprie stanze o si sono ritrovate bloccate dai divieti di circolazione in una città non loro. Storie drammatiche di crolli repentini, mancanza di reti sociali e di solidarietà.
Rider al tempo del coronavirus
Prima del coronavirus fare il rider era pericoloso e poco remunerativo. Durante e dopo… incredibilmente ancora di più. Chi pensa che le consegne a domicilio hanno salvato molti esercizi commerciali, non pensa però al costo sociale di tutto questo, in gran parte ricaduto sulle spalle dei rider che, paradossalmente, per effetto del covid hanno visto crollare i propri guadagni. I reporter di #hashtag hanno cercato di scoprire perché intervistando i diretti interessati.
Saviano racconta il covid: pandemia per tutti, panacea per le mafie
Con un resoconto diretto e approfondito, Roberto Saviano spiega ai telespettatori come se l’è cavata la mafia durante il lockdown. Benissimo, parrebbe. E ancora più roseo appare il suo futuro durante la ripresa, in cui i suoi capitali rischiano di rappresentare la fonte primaria di finanziamento delle imprese italiane.
Stato assente, usura presente
Lo Stato promette finanziamenti e cassa integrazione? I cittadini esultano e poi aspettano, e aspettano, e aspettano. Ma c’è chi deve andare a comprare da mangiare e, ancor di più, ha un’impresa che deve pagare dipendenti e fornitori. Oggi, non fra tre mesi. Che fare? Ecco che la soluzione rapida e senza fronzoli della criminalità appare tutt'a un tratto invitante, con condizioni “speciali” pensate proprio per il coronavirus: prestiti con “usura sospesa”, un trucchetto capace però di conquistare i più disperati. Una criminalità che, per offrire tutto questo, non può che agire grazie alla compiacenza di categorie insospettabili. Sintonizzati su #Hashtag per scoprire, drammaticamente, quali.
Un’estate bollente
I reportage di #Hashtag non finiscono qui. Per gli affezionati di questo nuovo format ecco un’anticipazione degli argomenti trattati nelle prossime puntate, sapientemente sintetizzati nell’hashtag del loro titolo: #beataparità (24 luglio), #razzismi (31 luglio), #amorprofano (7 agosto), #techpopulus (14 agosto), #insidecannabis (21 agosto) e #ultimi (28 agosto).
Ogni Venerdì alle 22:45, sul canale Nove.