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Sua certezza Corrado Guzzanti

Il credito che i suoi seguaci gli garantiscono fa del comico romano un infallibile generatore di alta qualità. Gli stenti nel suo Aniene 2 esistono, ma rarissimi e facenti parte di normale fisiologia. Il contributo editoriale di Sky non deve passare inosservato.
A cura di Andrea Parrella
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E' un tentativo vano quello di cercare a forza un errore di sistema nell'assioma perfetto della comicità di Corrado Guzzanti. La sensazione è la solita, di trovarlo dirompente quando lo si afferri al volo, allo stesso tempo pensare sia proiettato verso un futuro remoto lontanissimo laddove non lo si capisca subito. Aniene 2, in onda ieri sera su SkyUno, vive di una fruibilità diversa rispetto al "Recital" teatrale che sempre Sky aveva mandato in onda qualche mese fa. Questo programma è concepito interamente per la televisione e c'è da dire che forse sia il luogo più congeniale a Corrado Guzzanti, o probabilmente, per affezione, è il posto dove lo spettatore si ostina a vederlo meglio. Nelle idee venute fuori ieri è più raro trovare quell'accenno di astio derivante da voglia di rivalsa, che ha connotato molti ritorni televisivi post censura degli ultimi anni.

Sua sorella Sabina, ritornando su La7 con il suo Un, due, tre, stella Daniele Luttazzi qualche anno fa, con la riapparizione sulla stessa rete Telecom, entrambi lasciarono trasparire un'avversità cronica ma ragionevole verso chi, di fatto, per anni gli avesse vietato la Tv. Corrado Guzzanti, se questa rabbia ce l'ha, la trasporta interamente nella gag favolosa dei comici antiberlusconiani trattati come i reduci del Vietnam. Il suo show dura un'ora e mezza scarsa, che è un altro tratto seducente, più in generale della PayTv: l'amaro in bocca di credere di non aver visto abbastanza è di gran lunga preferibile alla stucchevole noia di aver visto troppo, tipica dei varietà di matrice generalista cui siamo abituati. Nel tentativo di scovarne i difetti, si può dire che alcune gag, più che essere scarse siano durate troppo, specie se rapportate alla brevità generale. Quella dell'Aniene, dio/supereroe sceso in terra, ha sfiorato i dieci minuti, forse superandoli. Lo sketch di Lorenzo, personaggio storico, nella sua lunghezza ha lasciato un po' a desiderare per alti e bassi in termini di qualità, rompendo un po' il ritmo sostenuto che tutto lo show ha avuto.

Per il resto sono sicurezze, perché d'altronde il solo sottotitolo, "Molto rigore per nulla", denota una finezza e un'erudizione da restare a bocca aperta.  A conti fatti non si potrà mai parlare male di Corrado Guzzanti, anche perché è molto difficile che ne possa dare modo. La sua latitanza dai riflettori sembra studiata, quando probabilmente è naturale, dettata dall'indolenza personale che il comico romano non ha mai negato di possedere. Nel suo caso l'indolenza è un attributo, non una spicciola mancanza di dinamismo. La scorta inesauribile d'affetto procuratasi presso i suoi contemporanei e i suoi posteri gli darà modo di fare raramente dei passi falsi. E comunque, pure senza affetto incondizionato, difficilmente sbaglierebbe.

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