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Stop a Crozza in Rai, il Pdl protesta per i costi milionari

Secondo il sito “primaonline” sarebbe saltata la trattativa che dovrebbe portare Maurizio Crozza in Rai dall’anno prossimo. A pesare sulla decisioni i malumori del Pdl, che contestava le cifre esorbitanti dell’accordo.
A cura di Andrea Parrella
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Non smette di far parlare di sé Maurizio Crozza, oltre che per le sue illuminanti copertine a Ballarò, soprattutto per la vicenda del suo passaggio in Rai a partire dal prossimo anno. Si tratta di una situazione instabile che si protrae da tempo, da mesi. Se durante quest'estate erastato dato quasi per certo il passaggio del comico genovese, in scadenza di contratto a La7, al servizio pubblico, le ipotesi si sono affievolite con il passare delle settimane. Quanto di certo si è sempre saputo è dell'impossibilità per la rete di Urbano Cairo, che lo ospita ormai da anni, di sostenere i costi di produzione di uno show dalla durata ridimensionata, che ha concesso all'ex rete Telecom di raggiungere risultati d'ascolto strabilianti per la sua media.

Fino al mese scorso, dopo numerose conferme e smentite di un accordo raggiunto con la Rai, si era approdati all'idea che il comico potesse terminare questa stagione televisiva, per poi passare a Viale Mazzini nella prossima. Gli spot che in questi giorni lo vedono vestire i pani di Renzi sono inequivocabili, Crozza andrà in onda su La7 dal prossimo venerdì. Ma tuttavia solo per otto puntate, vale a dire sino al termine di quest'anno solare. Dopodiché? Stamani sembrava fatta, giungevano notizie dettagliate sull'entità dei costi di ingaggio e di realizzazione di cinquanta puntate o poco più a partire da marzo, ovvero subito dopo Sanremo: accordo del valore complessivo di 25 milioni di euro: tra i 4,5 e i 5 andrebbero al comico, mentre i restanti servono per la produzione del programma, gestita dalla Itc2000, società di Beppe Caschetto, manager di Crozza. Era quanto si diceva. con l'aggiunta di una specifica, ovvero che si sarebbe trattato di serate "brevi", ovvero della durata di 70 minuti, un po' come il modello perseguito da La7.

Tutto bene, sino a quando non interviene "Il Giornale", organo del Pdl, in linea con le polemiche per gli stipendi esuberanti in Rai dei cosiddetti conduttori "rossi" (ieri sera Brunetta ne ha dato un saggio da Fazio ed oggi Maurizio Gasparri ha definito la risposta di Fazio vergognosa). Facendo un semplice calcolo matematico, il giornale diretta da Alessandro Sallusti ha sottolineato come, sulla base di un costo di 475mila euro per puntata, divisa questa cifra per ogni singolo minuto di durata la sentenza risultava stupefacente: Crozza costerebbe 6785 €uro al minuto. La polemica del quotidiano continuava in questo modo:

Per avere un raffronto basta pensare che uno show di prima serata, della durata ben più lunga di due ore e mezza (come Tale e quale show o Ballando con le stelle), costa attualmente tra i 500 e 600 mila euro a puntata. Ma, mentre questi programmi hanno forti costi di produzione: dai numerosi ospiti, ai famosi concorrenti, al trucco, alle riprese in esterna, il comico sta semplicemente su un palco, (quasi sempre) da solo, impegnato nelle sue spassose imitazioni.

E cosa succede dunque? Che nel bel mezzo del pomeriggio, tramite la fonte del sito "primaonline", giunge una decisione che pare definitiva, o che apre comunque ad una ridiscussione dell'eventuale passaggio: "Niente accordo per Crozza in Rai. A farlo saltare, le polemiche politiche già innescate dal possibile ingaggio di Crozza, poco amato sul fronte del Pdl". Che il passaggio del comico genovese si sia definitivamente arenato pare improbabile, piuttosto è ragionevole credere che la Rai e la squadra di Crozza saranno costretti, per forza di cose, a rivedere i costi del progetto, al fine di non suscitare malumori.

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