Squid Game, il regista si sbottona: “Poteva essere un flop” e parla di Squid Game 2
Sei giochi per bambini, 456 giocatori e un unico obbiettivo: conquistare 45,6 miliardi di won (33 milioni di euro). Con un mix di violenza, lotta alla sopravvivenza e una suggestiva ambientazione, Squid Game ha conquistato milioni di spettatori: è la prima serie coreana a dominare la top 10 di Netflix in molti paesi del mondo, compresi Stati Uniti e Italia. Il successo di questo k-drama, come ha spiegato il regista Hwang Dong-hyuk in un'intervista al The Korea Times, non è stato una sorpresa: "I vecchi giochi per bambini della Corea, che sono stati utilizzati nella mia serie, sono semplici e vecchi, ma ho visto il potenziale per renderli attraenti in tutto il mondo". Tuttavia, trasformare la storia in un prodotto tv è stata un'impresa lunga e rischiosa. Dong-hyuk, infatti, ha scritto la sceneggiatura nel lontano 2008, ma ci sono voluti 12 anni prima che fosse pronta per il piccolo schermo: "Sapevo che sarebbe stato tutto o niente, un capolavoro o un bizzarro flop".
Il segreto del successo di Squid Game
Squid Game non è il primo survival game di successo. I più appassionati, infatti, ricorderanno sicuramente Alice in Borderland, l'altra serie Netflix in cui un gruppo di amici lotta per la vita in una Tokyo parallela, oppure film di successo come The Hunger Games e Battle Royale. Tuttavia, il "gioco del calamaro" (questo il significato del nome della serie) ha una particolarità: i concorrenti combattono per la sopravvivenza sfidandosi in semplici giochi per bambini. E questo, spiega il regista, è sicuramente una delle chiavi vincenti: "Non ci vuole molto perché il pubblico capisca le regole dei giochi, il che dà loro più spazio per seguire le emozioni dei personaggi che stanno giocando". In più, i 456 concorrenti giocano tutti alla pari, cercando all'occorrenza anche di fare squadra: "Altre serie o film di genere simile seguono un eroe che risolve enigmi difficili per diventare un vincitore. Ma questa serie è una storia di perdenti. Non ci sono vincitori, né geni, ma piuttosto una persona che fa ogni passo avanti con l'aiuto degli altri".
Squid Game, l'avventura del regista: "Un capolavoro o un bizzarro flop"
Hwang Dong-hyuk ha pensato e scritto la sceneggiatura di Squid Game nel lontano 2008 ma, vista la particolarità del racconto, ci sono voluti più di 10 anni prima che diventasse realtà: "Dopo circa 12 anni, il mondo è cambiato in un luogo in cui storie di sopravvivenza così particolari e violente sono effettivamente benvenute. I giochi della serie per cui i partecipanti impazziscono si allineano con i desideri delle persone di vincere il jackpot con cose come criptovalute, immobili e azioni". L'intera realizzazione del progetto, quindi, è stata una scommessa: "Sapevo che sarebbe stato tutto o niente, un capolavoro o un bizzarro flop". E ancora oggi, dopo che la serie ha raggiunto la top 10 in diversi paesi del mondo, il regista continua a interrogarsi sulla forza del suo concept: "Continuerò a chiedermi se il pubblico troverà convincente il fatto che i personaggi stiano rischiando la vita per giocare ai giochi dei bambini".
I giochi di Squid Game, equilibrio tra realtà e finzione
In un'isola sperduta della Corea del Sud, 456 persone (tra cui il protagonista Gi-hun) si sfidano in sei giochi per bambini. Perderne uno significa morire. Per raggiungere un pubblico più ampio possibile, il regista ha scelto con cura ogni sfida: "Ho scoperto quali giochi usare nella storia circa 10 anni fa. Ho dovuto trovare il perfetto equilibrio tra elementi fantastici e reali". Tra questi, naturalmente, non è un caso che l'ultimo sia proprio il "gioco del calamaro", che dà il nome alla serie: "Pensavo che i giocatori che combattono come guerrieri usando le forme, che formano un anello, avrebbero dimostrato l'ironia del fatto che si tratta di un gioco per bambini, così come la disperazione dei giocatori". E a tutti coloro che vogliono sapere se ci sarà una seconda stagione di Squid Game, Hwang Dong-hyuk risponde così: "Dal momento che così tante persone amano la serie, mi sembra che non posso dire che non lo farò". Tuttavia, in una recente intervista a Variety ha aggiunto: "Non ho piani ben precisi per Squid Game 2. È piuttosto stancante solo a pensarci. Ma se dovessi farlo, non lo farei certamente da solo. Prenderei in considerazione l’utilizzo di un gruppo di scrittori e vorrei più registi esperti".
Chi è Hwang Dong-hyuk, il regista di Squid Game
Se l'organizzatore dei giochi rimane misterioso quasi fino alla fine, ben noto è il volto dell'artefice della serie: Hwang Dong-hyuk. Coreano, nato a Seoul nel 1971, è regista e sceneggiatore. Ha studiato alla University of Southern California, a Los Angeles, e si è dedicato alla direzione di diversi cortometraggi. Debutta sul grande schermo nel 2007 con My Father e nel 2011 lavora a Silenced, basato sulla controversa vicenda di abusi sessuali su minori in Corea. È stato poi chiamato come sceneggiatore e regista della commedia musicale Miss Granny (2014) e nel 2017 si è occupato di The Fortress, che ricostruisce una delle pagine più drammatiche della storia della Corea.