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Sky dedica un canale all’arte, altrove le tolgono i viveri

Il canale tematico satellitare nato il primo di novembre, dimostra che Sky resti un baluardo, più che per la salvaguardia dell’arte, per il concetto di investimento. Concetto che le oramai disconoscono da tempo.
A cura di Andrea Parrella
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Il titolo basterebbe a dire tutto, perché mentre sulla piattaforma satellitare nasce, in grande spolvero, un intero canale dedicato all'arte nelle sue svariate espressioni, la televisione generalista si preoccupa di lasciare solo tracce di qualche accenno dello stesso proposito. Sky Arte nasce all'inizio di questo mese (insieme al canale DeASapere) per rivolgersi a chiunque, partendo dalla base settoriale degli addetti ai lavori. L'unico modo per coinvolgere questi ultimi e gli appassionati senza fare fuori un pubblico vasto è coniugare la professionalità con la capacità comunicativa. Il direttore di rete e di Sky, in fase di presentazione, ci hanno tenuto a sottolineare la principale virtù della piattaforma in questi tempi di crisi: la volontà di investire. Ci aggiungiamo l'astuzia di saper attrarre il pubblico più svariato su eventi apparentemente di nicchia, esaltandone i valori. E' accaduto per le Olimpiadi 2012, attraverso le quali si è dato vita ad una campagna di sostegno all'educazione sportiva, denunciandone la carenza nostrana.

Cattelan e Frankie Hi Nrg nel palinsesto – Sky piazza nel palinsesto un programma sull'arte contemporanea condotto da Alessandro Cattelan, già alla guida di X Factor, oramai volto simbolo della rete per quel che riguarda la sezione intrattenimento e la fascia di pubblico di età medio bassa. Inoltre affida alla conduzione di Frankie Hi Nrg un contenuto sulla street art, strizzando così l'occhio ad una molteplicità di spettatori di ampie dimensioni. A completare il palinsesto, prodotti acquisiti all'estero, dal programma francese Arte, leader internazionale, l'equivalente britannico Sky Arts, la PBS pubblica americana e tanti altri, tra cui BBC, Channel 4 e Sundance Channel per una programmazione che parlerà di musica, cinema e qualunque forma d'espressione artistica. Ad aprire la programmazione, il primo novembre, è stato il film Michelangelo, dal cuore alla pietra, un ritratto intenso e ben documentato della vita dell'artista, annunciato e pubblicizzato in pompa magna su tutte le altre reti Sky: praticamente è divenuto un grande evento.

Cosa fanno altrove? – In altri luoghi televisivi, ovvero le principali tv generaliste, l'arte viene strutturalmente abbandonata a se stessa, senza sostegno di alcun tipo da parte delle reti, ad esempio quelle Rai, che la trattano come un dovere da compiere. Tagliano programmi non prodotti in casa, senza investire per formare troupe che ne siano capaci. Si dedicano alla musica classica escludendola da orari convenzionali e rendendo, di fatto, la visione possibile solo a chi lo sa. Nessuno stimolo, solo il compitino, affidato probabilmente ad esperti ed appassionati ai quali, all'improvviso, viene dato il ben servito. Un po' come stava accadendo a Philippe Daverio e i suoi fantastici excursus domenicali. Non che non ci siano più gli appassionati per realizzare i contenuti, mancano semplicemente i presupposti perché questi abbiano risonanza. E i presupposti, visto l'eco del progetto Sky, esistono se si vogliono creare, indipendentemente dal soggetto di cui si parla.

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