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Sgarbi si scusa con la D’Urso: “Berlusconi mi parlò bene di lei, travisato termine raccomandazione”

Vittorio Sgarbi, dalle pagine de Il Giornale, invia le sue scuse pubbliche a Barbara D’Urso dopo la lite consumatasi a Live, motivando le dichiarazioni in cui ha definito Stella Manente e la stessa conduttrice “raccomandate da Silvio Berlusconi”. Parole, le sue, che semplicemente sarebbero state fraintese: “Mi posso scusare di aver sottovalutato l’interpretazione negativa”.
A cura di Valeria Morini
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Dopo la clamorosa lite consumatasi a Live – Non è la D'Urso domenica 23 febbraio, Vittorio Sgarbi chiede scusa a Barbara D’Urso, con una lettera aperta pubblicata sulle pagine de Il Giornale. La sfuriata del critico d'arte contro la conduttrice si è generata da una battuta dello stesso Sgarbi a proposito di Stella Manente, ex protagonista de La pupa e il secchione e viceversa: "Me l'ha raccomandata Silvio Berlusconi", ha dichiarato l'opinionista, facendo comprensibilmente infuriare la D'Urso, che gli ha chiesto di rettificare un'affermazione che poteva risultare offensiva. In tutta risposta, Sgarbi ha aggiunto un'insinuazione pesante riguardo alla conduttrice: "Berlusconi mi ha parlato anche di te". Il tutto, ovviamente, condito da insulti vari. A distanza di qualche giorno, ecco la ricostruzione di Sgarbi:

Gentile Direttore, la ricostruzione dello «scontro» con Barbara D’Urso indica una naturale propensione a interpretazioni unilaterali e forzate, anche senza invocare l’ironia, inesatte per una serie di ragioni che stemperano non solo la polemica ma anche il significato stesso del mio intervento, che non voleva essere né dissacratorio né provocatorio. Invitato per discutere del programma La Pupa e il Secchione, ho ricordato,come si è ben visto nella furibonda lite con Alessandra Mussolini, di essere stato il promotore e la «memoria storica» di un programma dove né io né la Mussolini eravamo concorrenti, bensì giudici.

Le scuse di Vittorio Sgarbi a Barbara D'Urso

Sgarbi ha quindi raccontato di essere stato invitato a La pupa e il secchione e viceversa per un intervento, poi tagliato a causa della regola della par condicio, per la concomitanza con le elezioni regionali. Chiarito questo particolare, ha spiegato le sue ragioni, sostenendo come quella parola "raccomandazione", non comportasse alcuna accezione negativa. Sgarbi, insomma, avrebbe semplicemente appreso dell'apprezzamento da parte di Berlusconi nei confronti di Stella e della D'Urso, nel corso di conversazioni con l'ex premier.

Dopo quattordici anni Mediaset pensa a una nuova edizione del programma e, in virtù di quell’episodio «storico», mi invita per un confronto con i giovani. Vado, simpatizzo con i ragazzi, e registro un intervento su Michelangelo. Mi intrattengo qualche ora, e attendo serenamente la messa in onda. Una volta decisa, si scopre che essa coincide con il periodo della «par condicio», con riferimento particolare alle elezioni regionali (in Emilia Romagna dove sono stato candidato ed eletto). Per questo, con molte scuse, la produzione e il conduttore Paolo Ruffini mi comunicano che sarò tagliato. Per rigore professionale me ne dispiace, e negozio con Alessandro Salem (direttore generale dei contenuti, che spero ci legga) che l’intervento sia mandato nell’ultima puntata. Non so se sia avvenuto, e non so neppure se il programma sia finito. Insomma, non ho nessun interesse diretto per La pupa e il secchione. Sono quindi invitato da Barbara D’Urso con Alessandra Mussolini per il facile divertimento di rimandare in onda quel celebre battibecco. Dopo il rito, non potevo dir nulla sulla nuova edizione, se non quello che qui ho scritto; e, pensando di scherzare, visto l’argomento (nel clima pesante di Coronavirus), ho aggiunto un particolare, forse frainteso, su una ragazza, che non ho identificato e di cui non ho detto il nome, dicendo che mi era stata«raccomandata». Intendo rivendicare, caro Direttore, il significato primario di raccomandazione, che è evidentemente malinteso o equivocato. «Raccomandare» è esattamente, come declina, in varie guise, la Treccani: raccomandare v. tr. – 1. a. Affidare ad altri persona o cosa che sta molto a cuore, pregando o esortando caldamente di soccorrerla o proteggerla o custodirla, o di averne comunque la massima cura: «Sieti raccomandato il mio tesoro» (Dante); «Raccomandami al tuo figliuol, verace Omo e verace Dio» (Petrarca); «ti priego che, s’egli avviene che io muoia, che le mie cose ed ella ti sieno raccomandate» (Boccaccio). Vorremmo discutere Dante, Boccaccio, Petrarca, vorremmo ancora rimproverarmi di intendere e parlare la loro lingua? Nella sostanza, l’interpretazione malevola di «raccomandare» presuppone un potere superiore o diretto, che io non ho. Quindi nulla di male nel dire che mi era stata raccomandata, per la sua avvenenza o per la sua capacità, una ragazza (ripeto, da me non identificata), per nient’altro che per mostrarmi, da parte di una persona di cui non ricordo l’identità, interesse e affezione. Reagendo allo stupore e alla insistenza, pur di fronte a un fatto inconsistente e inoffensivo, della conduttrice, io ho fatto, in modo caricaturale, per celia, i nomi di Berlusconi e di Cairo. I quali non avrebbe avuto senso raccomandassero a me una ragazza, non essendo io né conduttore né autore né produttore né direttore; e non magari io a loro. Se poi non è stato capito, mi posso scusare di aver sottovalutato l’interpretazione negativa, ma comunque non logica, della parola«raccomandazione». Alcuni giornali equivocano, facendomi affermare, rivolto alla D’Urso: «Berlusconi mi ha raccomandato anche te». Una evidente insensatezza. Che senso avrebbe che Berlusconi raccomandasse la D’Urso a me? Per che cosa? E per attivare quali miei, inesistenti, poteri? Incomprensione totale. Berlusconi mi ha sempre parlato bene della D’Urso, sul piano umano e sulle capacità di lavoro, e io ho semplicemente condiviso. Mi ha raccomandato di apprezzarne il merito. Ho tentato di spiegare che quella«raccomandazione» era una lode, e non una richiesta; ma è stato impossibile. Posso dunque scusarmi di aver sottovalutato l’uso improprio e univoco del termine «raccomandazione», e l’accezione decisa, nonostante l’impossibilità degli effetti, da Barbara D’Urso. Spero di essere stato chiaro.

Vittorio Sgarbi a Live – Non è la D'Urso domenica 1 marzo

L'indiscrezione secondo cui Sgarbi sarebbe stato "bannato" da tutti programmi Mediaset, intanto, non ha trovato conferma. Se è vero che sono saltate le sue partecipazioni a Quarta Repubblica e La repubblica delle donne, dall'altra parte il critico d'arte presenzierà direttamente alla puntata di Live – Non è la D'Urso di domenica 1 marzo, dove avverrà probabilmente il chiarimento definitivo con Barbara D'Urso davanti alle telecamere. Intanto, Stella Manente ha parlato ai microfoni di Fanpage.it, ammettendo di essere rimasta molto scossa dalle parole di Sgarbi per quanto non fossero, almeno nelle intenzioni, realmente offensive.

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