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Se Piazzapulita vanta Alessandro Sortino

A La7 Sortino, con un servizio su Grillo, dimostra di essersi saputo svincolare dall’appellativo di Ex Iena. E’ un giornalista di livello, sa raccontare molto meglio di altri la realtà, facendolo con discrezione ma incisività ed evidenziando una delle principali fonti di preoccupazione per il Movimento.
A cura di Andrea Parrella
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A guardare il suo servzio di ieri sera (in alto la prima part) a PiazzaPulita, il talk show condotto da Corrado Formigli dove era ospite il premier Monti, si capisce il valore che abbiano perso Le iene qualche anno fa, nel lasciare andare via, per una polemica dovuta a censura, l'unico soggetto, oltre al genio di Enrico Lucci, che dimostra di avere stoffa per raccontare ciò che ci accade intorno, anche fuori dalla dimensione di Italia1. Alessandro Sortino, in poco più di venti minuti, dona a La7 un reportage sul Movimento5Stelle che lo racconta quasi a pieno, in molte delle sue sfaccettatre cardinali. Ci riesce lasciando che siano le immagini e le testimonianze a parlare per lui. Mette da parte lo spirito provocatorio ed invadente di buona parte dei giornalisti di inchiesta, non pecca di supponenza, non si becca un calcio nel sedere da Grillo che, guarda caso, con lui decide di parlare.

La panoramica di ieri sera affrontava la situazione di Parma, eletta impropriamente Stalingrado di casa nostra col suo nuovo sindaco Federico Pizzarotti, dove il cuore pulsante della terza democrazia ha trovato il suo scolo naturale. Sortino si è piazzato lì, col suo sorriso sornione e bonario, tentando di capire come si spieghi che una donna di mezza età con tratti somatici destrorsi abbia deciso di votare come l'ex pigro elettore del PD e, al contempo, del nostalgico seguace della lega old style. Si mimetizza tra la gente, non teme di fare domande che potrebbero, se poste male, urtare la suscettibilità dell'interlocutore. Mette sempre l'intervistato a suo agio, più di quanto lo sia lui.

Allo stato attuale delle cose non si può che dire ancora il meglio del Movimento, a dispetto della semi-polemica dei dissensi tra Pizzarotti e Grillo su alcune nomine. Come diceva qualche giorno fa Peter Gomes su Ilfattoquotidiano.it,  adesso  il M5S è davvero artefice del proprio destino: da oggi in poi gli sono attribuibili tutte le colpe possibili in caso d'errore. La forza del servizio di Alessandro Sortino era quella di puntare, senza dirlo chiaramente, un occhio di bue su un aspetto singolare, che con molte probabilità è lo snodo del percorso del Movimento: ha dato voce ai tanti arrabbiati per scelte sbagliate fatte in passato, o molti collerici che sono stati rivoltati come un calzino da una crisi imprevista. La sintesi del loro spirito è stata la sentenza di chi, tra loro, ha descritto Grillo come l'ultima "speranza"; solo attendendo si vedrà se la speranza sarà vana o meno.

L'intoppo è questo: in un paese in cui la società civile è formata per delegare qualcuno all'azione, il Movimento5Stelle mette in chiaro la funzione "rappresentativa" dei propri candidati. Insomma, a Parma molti hanno votato Pizzarotti per stancamento,con lo spirito di chi si mette nelle mani di qualcuno ancora una volta, mosso da disperazione. Probabilmente la maggior parte dell'elettorato è guidata da questo spirito. Sarà capace il Movimento stesso ad educare in itinere questo popolo alla partecipazione attiva, oppure il popolo stesso, da spinta che era, finirà per impantanare tutti i buoni propositi? La sfida più ardua sembra essere questa: a confronto, vincere le elezioni grazie a internet, sembra un gioco da ragazzi. Intanto Sortino è il valore aggiunto della concorrenza che PiazzaPulita fa a Servizio Pubblico.

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