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Saviano ad Amici: la storia di Calamandrei come simbolo della Resistenza

L’esordio di Roberto Saviano ad Amici, in onda sabato 11 in prima serata su Canale 5, citando i partigiani “morti senza retorica” di Piero Calamandrei, protagonista della vita politica italiana a cavallo tra le due guerre.
A cura di G.D.
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Roberto Saviano ad Amici è la novità della settimana. La registrazione è già stata realizzata e le anticipazioni su quello che vedremo sabato 11 aprile in prima serata già sono state rese note. Dopo le critiche per la sua partecipazione e la risposta a mezzo social dello scrittore "contro ogni snobismo", accolta positivamente da tutti i suoi fan, non ci resta che aspettare la prima che si preannuncia un boom di ascolti e di commenti social. Nel suo racconto Roberto Saviano parla della sua vita e di quella degli altri che, in qualche modo, gli somigliano. Mentre racconta le storie, dietro di lui scorrono fotografie. Commenta il recente caso della bambina arresasi alla macchina fotografica di Osman, poi mostra quella dei profughi che cercano di fuggire a Melilla e precisa:

Non farò il sermone. Vi chiedo: cosa siete disposti a perdere e a fare per realizzare un sogno e ottenere un diritto? Loro sono disposti a perdere la vita.

Una logica che non è solo lontana dai nostri confini, per aiutarsi in questo cita Piero Calamandrei, l'avvocato protagonista della vita politica a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, raccontando dei suoi partigiani, dei "morti senza retorica". Autore della famosa "lapide ad ignominia" dedicata alla memoria di Duccio Galimberti e scritta in risposta ad Albert Kesselring, comandante delle truppe tedesche in Italia, condannato per crimini di guerra, che affermava invece di meritare un monumento dagli italiani.

Lo avrai camerata Kesselring/il monumento che pretendi da noi italiani/ma con che pietra si costruirà/a deciderlo tocca a noi./Non coi sassi affumicati/dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio/non colla terra dei cimiteri/dove i nostri compagni giovinetti/riposano in serenità/non colla neve inviolata delle montagne/che per due inverni ti sfidarono/non colla primavera di queste valli/che ti videro fuggire./Ma soltanto col silenzio dei torturati/Più duro d'ogni macigno/soltanto con la roccia di questo patto/giurato fra uomini liberi/che volontari si adunarono/per dignità e non per odio/decisi a riscattare/la vergogna e il terrore del mondo./Su queste strade se vorrai tornare/ai nostri posti ci ritroverai/morti e vivi collo stesso impegno/popolo serrato intorno al monumento/che si chiama/ora e sempre/RESISTENZA.

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