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Salvatore Conte non doveva morire

Gomorra 2 fa la prima vittima illustre: Conte muore nell’episodio in cui il suo personaggio si colora di vulnerabilità ed insicurezze che rendono ancora più dolorosa l’idea dell’abbandono. Forse è stato un errore, ma la logica narrativa voleva che una testa saltasse.
A cura di Andrea Parrella
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Alla fine è successo: la prima, vera perdita di Gomorra c'è stata. Non la prima morte, questo è ovvio, ma il primo personaggio cruciale ad abbandonare la serie. Tutti quelli morti in precedenza, nella prima stagione, Donna Imma Savastano compresa, che pure aveva avuto un ruolo determinante nell'evoluzione del personaggio di Genny, erano figure collaterali, importanti ma non essenziali. Per una serie televisiva confermata per una terza e una quarta stagione, la morte di Salvatore Conte, il personaggio interpretato da Marco Palvetti, non è solo uno shock inatteso, ma un giro di boa, un passaggio obbligato per lo sviluppo delle vicende più coerente e meno caotico.

La logica narrativa rendeva necessaria una morte eccellente in Gomorra 2- La serie, come diceva già Gennaro Marco Duello mesi fa. Troppi tre universi da sviluppare e scandagliare, complesso riuscire ad immaginare un intreccio avvincente con un'impostazione triangolare anziché binaria. Adesso resta lo scontro a due tra i Savastano da una parte, con la loro possibile faida familiare, opposti a Ciro Di Marzio e il suo clan.

Ma crediamo a quanto scrive Saviano quando definisce il terzo episodio della seconda stagione di Gomorra uno dei più dolorosi da scrivere. Il personaggio di Salvatore Conte era certamente quello dai tratti più eccessivi, grotteschi, quasi macchiettistici. Il rischio che la sua sacralità aforistica potesse prendere il sopravvento sulla credibilità del prodotto esisteva. Eppure nell'ultimo episodio a lui interamente dedicato è emerso un Conte vulnerabile pieno di debolezze, scalfito in quella solenne e integerimma sicurezza di sé che pareva un tratto imprescindibile del suo carattere. La sua voce rotta davanti al rifiuto del transessuale di cui si è innamorato (Palvetti lascia la serie con una performance sontuosa), hanno improvvisamente aperto un mondo che Saviano e gli altri sceneggiatori avrebbero potuto esplorare più a fondo e che invece hanno scelto di troncare con il colpo di scena della morte. Scelta giusta o sbagliata? Dubbio che lascia il tempo che trova, tra i segreti delle serie tv c'è anche questo, diventiamo un popolo di sceneggiatori e ci intratteniamo credendo che noi l'avremmo scritta molto meglio.

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