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Sabina Guzzanti: “Se la televisione fosse libera non ci troveremmo una popolazione involuta”

Tra i volti più irriverenti della Tv, più volte censurata e poi espulsa dalla Rai nel 2003, Sabina Guzzanti in occasione della messa in onda del suo film “La Trattativa” parla della televisione di oggi e della satira politica inesistente nel nostro Paese. L’attrice afferma che non si può contare sulla libertà del servizio pubblico, e conclude il suo discorso soffermandosi sul suo rapporto con il cinema, in cui dice di sentirsi pienamente soddisfatta, rispetto agli esordi televisivi, nonostante ammette che le sia mancato il piccolo schermo.
A cura di Ilaria Costabile
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Dopo una sfilza di polemiche e dichiarazioni di chi l'ha ritenuto un film "inattuale", questa sera, 13 giugno, andrà in onda su Rai 2 il film di Sabina Guzzanti "La Trattativa". L'attrice ormai lontana da diverso tempo dal servizio pubblico, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera parla di quella che lei ha definito a tutti gli effetti una rivincita, ottenuta grazie alla caparbietà di Carlo Freccero, direttore della seconda rete Rai.

Sabina Guzzanti e la censura televisiva

La Trattativa è un film per nulla semplice, un film che analizza il legame tra politica e criminalità, un film che racconta di fatti realmente accaduti e per questo ancor più sconvolgenti, dove emergono i rapporti esistenti tra figure istituzionali di un certo rilievo, che scopre un sistema fallace, soggetto a giochi di potere. Eppure, l'ex direttore generale della Rai, Orfeo, definì il il film vecchio e inattuale, il fatto che adesso sia trasmesso in tv rappresenta sicuramente una svolta, ed è proprio quello che afferma Sabina Guzzanti al Corriere: "Diciamo una soddisfazione. Appena uscita la sentenza, Freccero, allora consigliere di amministrazione Rai, lanciò la proposta di mandare in onda il film, ma Orfeo lo giudicò inattuale. Quando Freccero è diventato direttore di rete siamo tornati sull’argomento". Servizio pubblico e politica hanno sempre camminato a braccetto, si sono sempre dovuti adeguare l'uno alle esigenze dell'altro, ovviamente si tratta di un "piegarsi" a senso unico, che imprime i voleri della politica su quelli, in questo caso, della televisione; non stupisce che sia stata proprio la direttrice di Rai1, Teresa De Santis a dire che l'editore della Rai sia il governo. Sabina Guzzanti non ha potuto far altro che commentare l'affermazione facendo riferimento alla sua carriera artistica e personale:

Io sono stata espulsa dalla Rai nel 2003, sono passati più di 15 anni e questa è sempre stata la scusa per ogni censura: la linea editoriale… Visto che non c’è un collettivo di intellettuali che guida la Rai, è chiaro che è il governo: è un modo di gestire il Servizio Pubblico contro cui mi sono sempre battuta. In questo Paese la tv è la principale fonte di cultura: gli italiani non passano 5 ore al giorno nei musei ma di fronte alla tv. La tv gestita in questo modo ha cambiato la mente delle persone, tanti non hanno spirito critico e di indipendenza, non sanno riconoscere una contraddizione e una menzogna. Se la tv fosse libera magari qualche magagna verrebbe fuori ma non ti troveresti una popolazione così involuta.

La satira politica è inesistente in Italia

Sono sicuramente parole forti, di un'artista che ha sempre cercato di fare della satira intelligente, che desse spazio alla riflessione e che non fosse semplicemente fine a se stessa. Un modo per invogliare le persone ad interrogarsi sulle piaghe di un Paese come l'Italia, in cui la classe politica è sempre stata oggetto di critica feroce, sin dall'era berlusconiana, momento storico che, secondo la sorella di Corrado Guzzanti, ha dato vita al populismo in cui ancora adesso galleggiamo, con il rischio di colare a picco. E a proposito della satira politica attuale, si esprime così: "Se non c’è possibilità di esprimere il proprio punto di vista senza dover esprimere la linea editoriale del governo non si può fare satira". 

L'approdo al cinema senza rinnegare il passato in tv

Infine Sabina Guzzanti parla del suo rapporto con la televisione, della sua assenza dal piccolo schermo e della possibilità che in questi anni ha avuto nell'avvicinarsi ad un altro modalità di espressione che è quella cinematografica, della quale dice di sentirsi anche più soddisfatta e nonostante tutto libera di esternare un suo personale pensiero. Ma non rinnega alla televisione la maternità di alcuni personaggi che l'hanno resa immediatamente famosa:

Non faccio tv da tanto tempo, mi è mancata, ma ormai sono passati davvero tanti anni, sono un’altra persona, ho altri interessi, faccio soprattutto cinema e penso anche mi venga pure meglio. Sono più soddisfatta dei miei lavori cinematografici che di quelli televisivi. Eppure sono nati alcuni personaggi noti, su cui ho potuto lavorare in poco tempo e con meno mezzi, penso a Salvini o alla Serracchiani. Piuttosto una cosa: in tv è più problematico imitare un’autorità come Maria De Filippi che un politico come Berlusconi

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