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Roberto Giacobbo: “Sono l’alternativa ad Alberto Angela, non c’è spazio per l’invidia”

Roberto Giacobbo si prepara a tornare in tv. Da mercoledì 22 maggio, infatti, andranno in onda su Rete4 le nuove puntate di ‘Freedom – Oltre il confine’. Il giornalista si è raccontato sul Corriere della Sera, svelando anche gli infortuni che hanno caratterizzato la sua carriera. E su Alberto Angela assicura: “Non c’è spazio per l’invidia”
A cura di Daniela Seclì
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Roberto Giacobbo si è raccontato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Il giornalista si prepara ad affrontare una nuova avventura televisiva. A partire da mercoledì 22 maggio, infatti, sarà alla conduzione della seconda stagione di ‘Freedom – Oltre il confine‘. Di sé ha detto: "Io non sono né un esperto, né un ricercatore, sono un trasportatore: prendo da chi sa e porto a chi non sa".

‘Freedom – Oltre il confine' dal 22 maggio

Nella seconda stagione di ‘Freedom – Oltre il confine', in onda su Rete4, Roberto Giacobbo affronterà un interessante viaggio che lo vedrà approdare anche in Egitto e raccontare una civiltà che lo affascina da sempre: "Questa civiltà è nel mio DNA, la prima volta che vidi la Sfinge pioveva, un evento talmente raro la pioggia al Cairo che lo presi come un segno del destino". Giacobbo ha svelato che il suo mestiere non è affatto esente da pericoli. Al contrario, si sarebbe infortunato più volte: "Non mi piace fare l’elenco dei miei infortuni, ma sul campo ho lasciato due caviglie, due ginocchia, una costola…".

Il paragone con Alberto Angela

Quando gli è stato chiesto se possa considerarsi una sorta di risposta Mediaset ad Alberto Angela e se sia invidioso del collega, Roberto Giacobbo non ha avuto dubbi: "Per carità, siamo così in pochi a fare divulgazione in prima serata che non c’è spazio per l’invidia. Non sono l’anti-Angela, ma un’alternativa: ci dovrebbero proteggere come i panda". Quindi ha spiegato che la sua missione è rendere accessibili a tutti anche concetti apparentemente difficili:

"Sento questo programma molto vicino al concetto di servizio pubblico: la divulgazione deve essere per tutti, raggiungere un pubblico largo, il mio compito è quello di spiegare cose a volte difficili in parole semplici, senza però banalizzare i contenuti. Il nostro è un lavoro a lento rilascio: per conquistare il telespettatore, per ottenere la sua fiducia ci vuole tempo".

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