Rivoluzione Gubitosi in Rai: “Avanti i giovani, premieremo il merito”
Sette mesi fa iniziava la sua "missione", quella di ricoprire una delle poltrone più ambite d'Italia: stiamo parlando di Luigi Gubitosi, l'attuale Direttore generale della Rai che si è confessato in un'intervista a L'Espresso parlando della sua esperienza in quel di Viale Mazzini (qui il piano anti-crisi). Come tutti sapranno, la tv di Stato non gode di una buone "condizioni di salute", la crisi infatti ha travolto il Bel Paese, compresa la Rai che per di più deve fare i conti con la pressione della politica che da sempre ha assediato il servizio pubblico. Non è stata certamente buona la prima impressione che ha avuto Gubitosi quando ha fatto il suo ingresso a Viale Mazzini: ha dovuto parlare anzitutto con alti dirigenti "messi lì da certi partiti". Il suo obiettivo? Risanare la Rai (qui tagliati i privilegi pensionistici ai dirigenti).
Una tv di stato per niente tecnologica, un colpo al cuore per il Presidente della Rai Tarantola e per lo stesso Gubitosi che ha commentato così questa situazione piuttosto imbarazzante:
Quando con il Presidente siamo andati a Saxa Rubra ci ha lasciati attoniti il fatto che circolassero ancora le video cassette, qualcosa di inaccettabile in un mondo digitalizzato.
Via gli anziani e avanti i giovani, questa la missione del nuovo Dg Rai che proporrà un pensionamento di circa 600 persone, cercando poi un accordo con le organizzazioni sindacali. Nei prossimi anni finalmente saranno stabilizzate 1500 persone e si investirà sul futuro: oltre due terzi dei giornalisti sono sopra i 50 anni, oltre il 95 per cento è sopra i 40. Nel nuovo contratto collettivo di lavoro infatti verrà inserito l'apprendistato che "non esisteva prima e che sarà importante per poter assumere i giovani". Si sta studiando anche un progetto per formare ed aggiornare registi, costumisti e giornalisti. Al centro della scena ci sarà il merito, finalmente:
Stiamo premiando merito e competenza, credo. Abbiamo appena nominato 12 vice direttori di rete, mentre prima erano 15 […] I ritmi Rai poi non possono e non devono essere dettati dalla politica, la stessa risposta data a chi chiedeva di spostare Sanremo per non disturbare la campagna elettorale.
Rivalutare i quattro centri di produzione Rai che andranno destinati a ciascun genere, dall'intrattenimento alla fiction (qui i costi delle prossime serie tv) "per evitare il sovraffollamento di uno e la non utilizzazione di un altro". L'obiettivo rimane quello di razionalizzare i costi ed eliminare sacche di inefficienza oltre che un eccesso di appalti esterni. Gubitosi si è detto poi soddisfatto della fiction su Modugno che "ha sbancato mostrando l'importanza della promozione tra reti". Non ha risparmiato critiche alla Sipra (diventata Rai Pubblicità) che ha definito senza mezzi termini "troppo burocratica e distaccata dall'azienda" facendo registrare l'anno scorso un calo notevole di raccolta pubblicitaria, da 965 milioni di euro dell'anno prima a 745 del 2012.