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Quelli di Milena Gabanelli

Le inchieste messe in piedi dalla squadra di Report si dimostrano sempre vigorose. Poche le tegole, forse l’orario e la durata. La puntata di domenica, in cui è apparso un Monti imbarazzato, è tra le migliori di quest’anno.
A cura di Andrea Parrella
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Le inchieste messe in piedi dalla squadra di Report si dimostrano sempre vigorose. Poche le tegole, forse l'orario e la durata. La puntata di domenica, in cui è apparso un Monti imbarazzato, è tra le migliori di quest'anno.

La sola via di risoluzione per un commento di disappunto a Report è la sua durata, associata all'orario di inizio (Domenica, Rai Tre, 21:35). La divisione in due parti, due inchieste differenti e qualche volta associate marginalmente, delle quali la prima è sempre il motore della puntata, è un formato un po' pesante da buttare giù fino in fondo, quasi fino a mezzanotte. Per il resto tutto ciò che valga la pena d'essere detto su Report è pura ripetizione, imitazione di quanto già è stato ampiamente riconosciuto: ribadirne la grandezza, l'inesauribilità sarebbe superfluo. La puntata di ieri è stata la sintesi di un'inchiesta la cui causa viene perorata dalla squadra di Report da tempo, per mezzo dello spazio di cui godono da qualche mese sul sito del Corriere della sera.

Una proposta profonda e saggia incentrata sul disincentivo all'utilizzo del contante tramite una tassazione per favorire la circolazione di danaro con operazioni tracciabili. Una possibilità congrua di salvataggio dal baratro. Quando la proposta viene rivolta al premier, nonché ministro dell'economia Mario Monti, il primo piano inquisitorio dal basso verso l'alto (un marchio di fabbrica della trasmissione di Rai 3) denota un cedimento della sua espressione sempre placida, calma e decisa, a favore di un accenno di sorriso imbarazzato. Pause verbali più lunghe del solito e un elogio, blando per ritmo ma non per contenuto, a favore di una trasmissione che si occupi, oltre che di inchiesta, anche di formulare proposte.

Quella in questione è un'inchiesta così valida e sacrosanta che Monti quasi cede a definirla tale, per poi rifugiarsi, con l'ottima dialettica soporifera che si ritrova, nel dire che non è abituato a dare giudizi su cose che non conosce a fondo. Il gruppo di Milena Gabanelli compie da anni un'operazione preziosissima e inusuale in quanto tale (le denunce a loro carico e la contemporanea intoccabilità televisiva ne sono testimoni). Mai presuntuosi nel pretendere di avere sempre ragione, cercano lo stile più moderato e sterilizzato da preconcetti per poter trasmettere allo spettatore le loro laceranti intuizioni. E' un formato che non accusa mai perdite di brillantezza. Il consiglio a riguardare in streaming la puntata di ieri è accorato.

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