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Quando Pietro Taricone disse “Vado da mamma, torno al mio paese”: il ricordo di Salvo Veneziano

Il 29 giugno 2010 moriva a Terni Pietro Taricone. Sono trascorsi 10 anni dal giorno dell’incidente paracadutistico che gli costò la vita ma il ricordo del “Guerriero” resta indelebile. Lo affida a Fanpage.it Salvo Veneziano che con lui partecipò alla prima edizione del Grande Fratello. La notizia dell’incidente, il dramma della morte, quel risentimento verso Kasia Smutniak che ha compreso essere immotivato e ingiusto. “Poche ore dopo l’uscita dalla Casa scappò dall’hotel, mi disse ‘Torno al mio paese, dalla mia mamma’”, racconta Salvo. Avevano 25 anni e tutta la vita davanti. Una vita che per Pietro sarebbe durata solo altri 10 anni.
A cura di Stefania Rocco
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Il 29 giugno 2010 dopo uno schianto seguito a un lancio in paracadute avvenuto nei pressi dell’aviosuperficie Alvaro Leonardi di Terni moriva, a soli 35 anni, Pietro Taricone. Sono trascorsi 10 anni da quel giorno terribile in cui il cuore del Guerriero smise di battere, ore che avrebbero cambiato la vita di coloro che lo hanno amato: la compagna Kasia Smutniak, la figlia Sophie, la madre Rita. Lo ricorda attraverso Fanpage.it Salvo Veneziano che con lui partecipò alla prima edizione del Grande Fratello, reality che li catapultò, improvvisamente protagonisti, nel patinato mondo della televisione. La notizia dell’incidente, il dramma della morte, i momenti immediatamente seguiti alla scomparsa di Pietro, quel risentimento verso Kasia che lui stesso, con il tempo, ha compreso essere immotivato e ingiusto. “Me lo ricordo a poche ore dalla fine del reality. Scappò dall’hotel, mi disse ‘Torno al mio paese, dalla mia mamma’”, ricorda Salvo. Erano appena entrati nella storia della tv. Avevano 25 anni e ancora tutta la vita davanti. Una vita che per Pietro sarebbe durata solo altri 10 anni.

Sono trascorsi 10 anni dalla morte di Pietro Taricone. Proprio quest’anno sei entrato nella Casa del GF Vip ricordando il Guerriero.

L’ho fatto perché il Grande Fratello mi fa sempre pensare a Pietro. Resta il simbolo di quel programma e bisogna tenere vivo il suo ricordo. Avevo portato anche una t-shirt nella Casa ma me l’hanno tolta. Non perché non volessero ricordarlo, anche loro vogliono bene a Pietro. Temevano solo che potesse influenzare il pubblico e tutto volevo fare meno che quello. Sono uno dei pochi che ricorda Pietro ogni anno.

Cosa ricordi del giorno dell’incidente di Pietro?

L’incidente avvenne vicino Roma. C’era anche la moglie (Kasia Smutniak, ndr) che la settimana precedente si era slogata la caviglia. Ero a casa quando l’ho saputo. Mi chiamò una persona per informarmi. Ricordo che fu una giornata terribile, mi richiamarono alle sei del mattino del giorno dopo per dirmi che non c’era più.

Prima della morte Pietro rimase ricoverato in condizioni gravissime.

In quel momento era già assente, è stato meglio sia andato via. Aveva avuto diversi arresti cardiaci, uno al momento dell’impatto per poi essere rianimato sul posto. Ebbe anche numerose emorragie, stando a quanto mi hanno detto.

Eri a Milano quando Pietro ha avuto l’incidente?

Sì, ero a Milano.

Ti fu permesso andare a Roma per i funerali?

Non è che non mi fu permesso. Una cosa che mi è rimasta – ma sono scelte della moglie, ci mancherebbe, non mi permetterei mai di discuterle – è che fu cremato qualche giorno dopo. Avvenne tutto in fretta, non avemmo la possibilità di vederlo (in realtà, la famiglia avrebbe rispettato una precisa volontà espressa da Pietro, ndr).

Hai mai parlato con la madre di Pietro dopo la morte?

Non ho mai avuto modo di parlare con nessuno. Ognuno ha la sua vita e il suo dolore e, da esterno, ho cercato di parlare con più persone possibile senza mai toccare la famiglia. In un certo senso, da stupido, ero arrabbiato con la moglie. Pietro lo avevo sempre ammirato, lo consideravo un fratello maggiore. Ha fatto cose per me che nessun altro aveva mai fatto, anche dopo il Grande Fratello.

Pietro, a un certo punto, prese le distanze dalla televisione. Smise di esserci. Perché lo fece?

Non prese le distanze, Pietro era furbo, era già avanti. Fu una strategia per essere più desiderato dalle tv e così è stato. Prima di sparire venne da me in camera.

Quando?

Il 21 dicembre, due ore dopo essere usciti dalla Casa del GF. Bussò alla porta della mia camera, mi lasciò la camicia e il porta microfono e mi disse ‘Quesi tienili tu, io me ne vado al mio paese’. Il giorno dopo erano tutti in paranoia perché dovevamo fare delle interviste. Io sapevo tutto ma feci finta di niente. Lo rividi da Maurizio Costanzo quando fece “Taricone contro tutti”. Gli brillavano gli occhi. C’è stato sempre un rapporto speciale tra me e lui, per questo quando è morto ero arrabbiato con la moglie che gli aveva trasmesso la passione per il volo. Da stupido, all’epoca mi ero proprio arrabbiato.

Il porta microfono che Pietro Taricone consegnò a Salvo Veneziano.
Il porta microfono che Pietro Taricone consegnò a Salvo Veneziano.

Kasia e Pietro avevano avuto una bambina. L’hai mai conosciuta?

Mai ma prima o poi cercherò di vederla. Non ho mai cercato un rapporto con la moglie, le portavo rancore anche se non ha nessuna colpa.

È stata una tragica fatalità, non ci sono colpe.

Sì, infatti. Adesso riguardo le foto e mi sembra che ci siamo salutati ieri. Mi dispiace.

Qual è stata l’ultima volta che lo hai visto?

Esattamente non lo ricordo, sono passati tanti anni. Ci siamo visti tante volte. Abbiamo fatto serate insieme, preso aerei…

Stava già con Kasia Smutniak?

No, quando stava con lei non ci siamo mai visti però ci sentivamo ogni tanto.

C’è un’immagine iconica di Pietro nella Casa: quando disse che un giorno, accompagnato dalla sua fidanzata bellissima, avrebbe sfilato sul tappeto rosso più importante del mondo e vinto l’Oscar. Ti ricordi quel momento?

Ero seduto davanti a lui quando lo disse. Aveva una tuta nera e saltellava mentre lo diceva. Me lo ricordo come se fosse ieri. Nella vita terrena un po’ l’ha vissuta questa cosa. Non ha vinto l’Oscar ma ha fatto l’attore, ha avuto la sua modella vicino, una bella vita, la sua villa, i suoi cavalli, era diventato padre. Me lo immagino ancora così, come se stesse ancora vivendo la sua vita, sognando Hollywood. Ne parlo come se fosse ancora vivo ma purtroppo non c’è. Mi torna in mente spesso la sera in cui ci salutammo dopo il GF. Lui con questo cappellino, il giubbotto, piccolo piccolo, sembrava un bambino. Era un bambino. ‘Vado dalla mia mamma, al mio paese’, mi disse.

“ "Vado dalla mia mamma, torno al mio paese" ”
Pietro Taricone

La morte di Pietro ha avuto grossa partecipazione popolare. La sensazione è che non sia mai stato dimenticato.

Mai, ancora oggi le persone mi fermano e mi chiedono ‘Ma tu sei quello che ha fatto il GF con Taricone?’. Dietro le quinte del Grande Fratello, me ne sono reso conto adesso che ho partecipato all’edizione Vip, ci sono le foto di Pietro. I corridoi e negli uffici disposti intorno alla Casa sono pieni di foto del Grande Fratello 1 e di Pietro. È rimasto nel cuore di tutti: dagli autori agli addetti al lavori.

Riuscisti a partecipare ai funerali?

Secondo te siamo riusciti se il giorno dopo lo hanno cremato? Non voglio approfondire questo discorso. Nessuno di noi è riuscito ad andare ai funerali, ti dico solo questo. (Pietro Taricone fu cremato sabato 3 luglio, qualche giorno dopo la morte, ndr).

Qual è il ricordo di Pietro che porti con te?

Una sera, qualche mese dopo il Grande Fratello, restammo da soli nella villa che Pietro aveva comprato a Roma. Stavamo chiacchierando e a un certo punto mi disse ‘Salvo ti rendi conto che fino a 5 mesi fa non ci filava nessuno e adesso non riesco a camminare per strada? Mi manca la vecchia vita, mi sento un po’ soffocare da tutta questa popolarità’. Il grande Pietro Taricone era indifeso, schiacciato dalla popolarità. Poi ci siamo abbracciati. Aveva un’intelligenza spaventosa, Pietro. Era nato personaggio.

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