Prima Gomorra, poi 1992: la serie italiana conquista l’estero e Sky esulta
Non solo Gabriel Garko e Beppe Fiorello, non solo agiografie di santi e "L'Onore e il rispetto" (che riparte in questi giorni su Canale 5): la serialità italiana è anche altro. Può sembrare un incipit impopolare, oppure populista o semplicemente opportunistico, ma i fatti sembrano dire questo. Negli ultimi anni è sempre più netta la tendenza delle case di produzione italiane ad orientarsi verso la cosiddetta qualità e, in questo, Sky ha decisamente dimostrato di voler primeggiare, o meglio di voler conquistare una fetta di mercato. Così succede che dopo l'impressionante successo riscosso da "Gomorra-La Serie", divorato dai telespettatori italiani e divenuto un vero e proprio fenomeno mediatico anche grazie all'universo web, un altro prodotto made in Italy spinto dall'emittente satellitare come "1992-La Serie" viene acquistato all'estero da un gigante della serialità internazionale: quel Netflix destinato a sbarcare in Italia a ottobre (tutte le informazioni sul servizio) che tanto terrorizza le emittenti televisive per la sua natura. Dieci episodi sottotitolati in inglese, con l’audio originale che si possono visualizzare senza pausa.
La serie televisiva con Stefano Accorsi, andata in onda la scorsa primavera in Italia, che ripercorre gli anni bui della Milano da bere connessa ai fatti di Tangentopoli è stata venduta in trenta paesi, tra cui i principali europei (Francia, Spagna e Germania) e anche gli Stati Uniti, dove le critiche sono state tutt'altro che negative, e sostanzialmente in controtendenza con quanto accaduto qui in Italia. Nel Bel Paese infatti, alcuni tra i protagonisti, vedi Miriam Leone e Tea Falco, sono stati contestati per le loro interpretazioni, a detta del pubblico poco convincenti se non imbarazzanti. Al contrario giornali come Variety e Hollywood Reporter parlano della serie televisiva ideata da Stefano Accorsi come di un prodotto promettente e spendono parole incoraggianti. E non è tutto, visto che all'orizzonte ci sono l'arrivo di un altro prodotto di prestigio come "The Young Pope", l'attesa serie diretta da Paolo Sorrentino e l'attesissima seconda stagione di Gomorra, in arrivo nel 2016 (con l'ipotesi della morte di uno dei personaggi principali). Serie fatte in casa e spendibilissime all'estero.
Non solo L'Onore e il Rispetto, si diceva. Ma quanta presa riesce ad avere, effettivamente, questa fiamma su cui sta soffiando Sky, sulla restante produzione seriale suffragata dalle emittenti generaliste italiane come Rai Uno e Canale 5? Rusciremo mai a pensare che questo modo di fare il cinema in televisione possa diventare il minimo comune denominatore, o la serialità di un certo tipo resterà appannaggio di una nicchia di pubblico ristretta, che tuttavia cresce e finirà, prima o poi, per allontanarsi sempre più dalla tv per vedere prodotti soddisfacenti?