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Più che “mangiato vivo”, è stato “morso” da un anaconda: flop per Paul Rosolie

Delusione per il documentario che prometteva di mostrare Paul Rosolie inghiottito da un serpente: finisce solo con un piccolo morso e su twitter chiedono un rimborso per il tempo sprecato.
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"Ridatemi le mie due ore di tempo sprecato indietro, grazie". È un po' questa la sensazione diffusa di tutti quelli che si aspettavano da "Eaten Alive", il documentario del secolo. Due ore di show su "Discovery" con Paul Rosolie che, dopo aver annunciato alla stampa mondiale di aver progettato una tuta speciale che l'avrebbe permesso di lasciarsi mangiare vivo da un anaconda di 10 metri, alla fine si è lasciato solo mordere il casco, fino ad interrompere l'esperimento per questione di sicurezza, dichiarandolo comunque riuscito. Uno speciale di due ore, quasi tutto incentrato sulla foresta pluviale dell'Amazzonia (unica promessa mantenuta da parte del naturalista, quella ovvero di aver dato molto spazio alle problematiche ambientali) e sulla realizzazione di questa innovativa tuta in fibra di carbonio a prova di anaconda. Paul Rosolie ha spiegato in un'intervista a "People":

Ho voluto provare a fare qualcosa per scioccare le persone ed avere tanta attenzione per poter parlare di qualcosa di molto importante: le condizioni dell'Amazzonia. Dobbiamo cercare di capire che è un problema enorme, ma lontano dagli occhi e quindi lontano dal cuore.

Poi il nulla. Quando arriva il famigerato contatto con il serpente, tutto quello che accade è semplicemente un morso sul casco. L'anaconda apre la sua mascella e tenta di inghiottirlo, ma non va oltre. Ad arte Paul Rosolie chiede aiuto per liberarsi dalle fauci dell'anaconda, lo staff arriva e riesce a liberarlo. Una "prodezza" che non è andata a genio ai telespettatori, che si aspettavano ben altro. Paul Rosolie per adesso non esclude che possa realizzare molto presto un'altra impresa del genere con un anaconda ancora più grande. Speriamo solo che questa volta abbia "più fame".

Agli spettatori l'escamotage etico dietro questa operazione, sembra davvero interessi poco a giudicare dalla "tweet storm", dalla tempesta di tweet contro lo show ed il fantomatico "Crocodile Dundee". Gli unici a sorridere, dunque, sono gli ambientalisti che avevano protestato contro la messa in onda del programma: il serpente è sano e salvo ed ha conservato intatta la sua reputazione, non è così pericoloso come gli stereotipi lasciano credere.

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