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Paul Rosolie mangiato vivo da un anaconda, ecco le prime immagini

È la notte di Paul Rosolie e Discovery Channel fornisce le prime immagini in anteprima di “Eaten Alive”, il controverso documentario che mostrerà come il naturalista si farà mangiare vivo da un anaconda di dieci metri.
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"Riuscirà ad uscirne vivo? Lo scopriremo stanotte!". Ci giocano molto i giornali all'estero e sta creando davvero molta attesa "Discovery", il network che stasera (stanotte in Italia) manderà in onda negli Usa "Eaten Alive", il documentario che racconterà l'avventura di Paul Rosolie, che si lascerà mangiare vivo da un anaconda grazie ad una speciale "suit", una tuta in stile "Iron Man" realizzata in fibra di carbonio . Le polemiche degli animalisti sono state placate dallo stesso Rosolie che ha assicurato: "Abbiamo lavorato per non stressare l'animale", intanto "Discovery" ha rilasciato alcune immagini in anteprima che sono davvero scioccanti:

Riconosciuto come il più grande serpente del pianeta, alimentato nelle pellicole e nei racconti dell'orrore come un predatore implacabile, la fama dell'anaconda come animale "cattivo" ha contribuito a creare maggiore curiosità intorno al progetto. E questo è stato uno dei motivi per cui gli animalisti hanno sollevato proteste, che hanno cercato fino alla fine di sospendere la programmazione dello show con una petizione online che però non ha raggiunto il suo scopo. Ben Paramont, autore e primo firmatario della petizione, ha motivato così la sua protesta:

Si rafforza ancora una volta lo stereotipo negativo dei serpenti, una cosa che dovrebbe essere l’esatto contrario di quanto Discovery Channel dovrebbe cercare di fare. Sono sempre stato affascinato dai serpenti ed una trasmissione del genere è priva di ogni valore educativo. Viene mostrato anche un breve filmato di un’anaconda che sta per attaccare, a perpetuare stereotipi che condizionano le persone a temere questi animali, mentre gli esseri umani non sono le prede naturali dei serpenti.

Paul Rosolie, il naturalista partito a 16 anni da un paesino del New Jersey alla scoperta del mondo selvaggio, ha però promesso a tutti che il suo lavoro non è quello di alimentare stereotipi sugli animali, ma di accendere i riflettori sulla foresta pluviale dell'Amazzonia e delle sue problematiche, garantendo di aver agito da sempre con etica e rispetto nei confronti dell'animale. Un esperimento pazzo, sì, ma non al punto da uccidere un animale "indifeso".

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