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Paolo Tizzanini: “Beppe Bigazzi si è lasciato morire, ai funerali c’erano solo 20 persone”

Fanpage.it ha raggiunto Paolo Tizzanini, chef e amico storico di Beppe Bigazzi. Il noto cuoco ha smentito che Bigazzi fosse malato. Al contrario, com’è sempre stato anche in vita, sarebbe stato l’ex protagonista de La prova del cuoco a decidere come e quando far terminare la sua vita: “Si è lasciato morire ma non era malato. Aveva smesso di mangiare. Ai suoi funerali hanno partecipato solo 20 persone per sua espressa volontà”.
A cura di Stefania Rocco
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Fanpage.it ha raggiunto Paolo Tizzanini, storico amico e collega di Beppe Bigazzi, perché ricordasse l’amatissimo chef scomparso. A unirli è stato un rapporto di profonda stima, durato fino agli ultimi giorni di vita del protagonista de La prova del cuoco. Quella stima è rimasta immutata anche dopo la morte: “Quando ho parlato con sua moglie Giuseppina che mi ha detto che stava male, sono andato da lui. Ci sentivamo almeno tre volte a settimana ma ci vedevamo quando possibile. Ultimamente lui non si muoveva più, quindi era diventato difficile vederci. Tra noi c’è stata un’amicizia sincera, una stima profonda. Era un uomo di grande cultura, ha ricoperto cariche importantissime, conosceva personaggi che hanno rivestito ruoli fondamentali, addirittura due presidenti degli Stati Uniti”.

I funerali privati, presenti solo 20 persone

Tizzanini conferma che ai funerali privati voluti da Beppe Bigazzi hanno partecipato solo pochissime persone: “Giuseppina mi aveva detto che, per volontà di Beppe, non avremmo dovuto dire nulla agli amici prima delle esequie. Beppe ha voluto funerali privati e aveva disposto che vi partecipassero solo i figli, la moglie, altre poche persone, io e mia moglie Daniela. Nessun altro. Ha scelto di andarsene tranquillamente, senza troppi clamori. Si era ritirato a vita privata dal momento in cui aveva deciso di chiudere con la televisione ma la sua mente è stata lucidissima fino all’ultimo giorno”. Tizzanini nega, però, che il collega fosse gravemente malato:

Se stava bene? Era 20 chili, non mangiava più ma era a casa tranquillo, sereno nel suo letto. Quando la dottoressa lo ha incontrato giovedì, lo ha rimproverato: “Signor Beppe, lei non ha una malattia. È lei che non reagisce”. È una persona che ha avuto il coraggio di decidere per se stesso fino all’ultimo e va rispettato anche per questo. Con la sua intelligenza e la sua saggezza, avrebbe potuto vivere fino a 200 anni. Ha scelto di andare via in maniera serena. Quando sono stato da lui il 3 ottobre gli ho portato l’ultimo raccolto di fagioli zolfini e un vino speciale. L’ultima cosa che ha mangiato sono stati proprio i prodotti della sua terra. Gli brillavano gli occhi, la sua terra era dentro di lui. Beppe non era gravemente malato, com’è stato scritto. Aveva avuto un problema di salute di quelli che capitano a chi ha 80 anni ma l’aveva superato abbastanza bene. La mia impressione è che abbia voluto morire. Aveva smesso di mangiare. La sua non era la cartella clinica di un malato terminale. Non lottava contro alcun male. Ha scelto di lasciarci in modo sereno. Non era intubato o gravemente malato.

La ricetta del gatto con la Isoardi a La prova del cuoco

Anche a proposito della famosa puntata de La prova del cuoco con la “ricetta del gatto”, Tizzanini racconta un aneddoto che molto dice della personalità di Bigazzi: “La storia della ricetta del gatto avvenne un giovedì grasso. C’era Elisa Isoardi alla conduzione per il primo anno (era in sostituzione della Clerici incinta, ndr), forse se ci fosse stata Antonella lo avrebbe fermato.  Beppe era un personaggio scomodo per alcuni sponsor. Non voleva certi marchi e alla prima occasione credo gli sia stato presentato il conto”. Infine, Tizzanini ha concluso ricordando l’amico e la profonda stima rimasta immutata:

Beppe era un grande ed era amatissimo. Da ieri sto ricevendo decine di messaggi. Immagino cosa sarebbe accaduto se avesse scelto di fare dei funerali in pompa magna. Solo che non gli interessava l’effimero, badava alla sostanza. Era profondamente diverso da tutti gli altri. Non desiderava apparire, preferiva essere. Era un signore, un uomo del rinascimento nato nel secolo sbagliato. Era capace di fare tutto e fino in fondo ha dimostrato la sua fortissima personalità. Ha voluto che la morte non avesse ridondanza. Ha voluto morire, ha sfidato la morte senza mai darle importanza. Poche altre persone ne sarebbero state capaci.

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