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Paola Perego e Laura Campiglio: “Gli asessuali sono persone malate e strane”

Una serie di leggerezze sul tema dell’asessualità vengono fuori dal programma radiofonico “Al posto del cuore”, condotto da Paola Perego e Laura Campiglio: “Sono malati, diciamolo”. La comunità “Gruppo Asessualità” replica: “Se non avete interesse a parlare di noi con cognizione di causa, non parlatene. Tornate a parlare di qualche reduce da reality. Meglio inutili che dannosi”.
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Paola Perego non vuole saperne di stare lontano dai guai e dalle polemiche. Ricordate la lista sulle "donne dell'est" e i motivi per sceglierle, un momento televisivo non proprio edificamente che costò il posto alla squadra di "Parliamone sabato"? Adesso è la trasmissione radiofonica "Al posto del cuore", in onda il 4 agosto 2018 su Radio2, a entrare nell'occhio del ciclone per una serie di leggerezze sul tema dell'asessualità. L'argomento viene tirato in ballo come "una cosa alla quale dobbiamo dire no fermamente" da Laura Campiglio, ch con Paola Perego conduce la trasmissione. La Perego chiede: "Chi sono? Quelli che non battono chiodo?". La risposta: "Peggio, quelli che la rivendicano come scelta di vita".

Laura Campiglio, Paola Perego e gli asessuali

Sono queste alcune frasi che hanno profondamente infastidito la comunità asessuale italiana che, come ricorda su Facebook, è parte integrante di molte associazioni LGBT. Infastiditi dalla disinformazione e dall'eccessiva superficialità, dal dileggio con cui il tema è stato trattato, i portavoce del Gruppo Asessualità hanno chiesto maggiore attenzione, o quantomeno di non parlarne se non con cognizione di causa.

“Ma esistono? Sono uomini anche? Uomini che non hanno interesse per il sesso?” “Incredibile ma vero”
“Secondo studi recenti sono l’1% della popolazione: è un morbo diffusissimo”
“Sono malati, pazzesco”, dice una, mentre l’altra trattiene a stento una risata.
“Queste persone strane, perché sono strane…”
“Rivendicano la loro scelta di vita così, senza vergogna, io non mi capacito”
“Non è che vivono meglio loro? Non hanno distrazioni e le donne possono non farsi la ceretta…”
“Paola, ti prego, smettila stai parlando come un’asessuale”.
“Questa loro condizione, questa loro malattia, diciamolo…”
“C’è una buona notizia: gli asessuali sicuramente non si riproducono, per cui sono una categoria in via di estinzione”.

La risposta delle associazioni asessuali

Il "Gruppo Asessualità" fornisce i dati precisi e chiari su una condizione ricoperta di pregiudizi e inesattezze. Il 5% della popolazione è da considerare "asessuale", non l'1% come riportato dalla trasmissione, e sono persone che hanno un orientamento sessuale caratterizzato dalla mancanza di attrazione sessuale verso ogni genere. Come scrive il "Gruppo Asessualità":

Una trasmissione radiofonica di questo tipo, profondamente offensiva e disinformante, in onda alle 11 di mattina di un giorno praticamente festivo, non avrà certamente portato niente di buono, soprattutto verso quelle persone più giovani che, appena fatto “coming out” in famiglia, si siano sentite derise in questo modo, e quindi invalidate e messe in ridicolo di fronte ai propri affetti, e a quelle che ancora non sono “out”, ma che si sono sentite offese e trattate come fenomeni da baraccone su scala nazionale. […] La visibilità è una delle ragioni dell’esistenza stessa delle associazioni e dei gruppi asessuali. Della visibilità fatta da Radio2 in questo modo , ne facciamo, volentieri, a meno. Non chiediamo le scuse da parte delle conduttrici. Chiediamo soltanto che, se i media, in generale, non hanno interesse a parlare dell’asessualità con cognizione di causa, di non parlarne. Tornino a parlare delle avventure estive di qualche reduce di qualche reality. D’altronde, è meglio essere inutili che dannosi.

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