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Non amare Francesco Sole non vuol dire avergli bruciato la macchina

L’annuncio sul profilo di Sole, web diviso tra solidali e detrattori, pronti a parlare senza sapere che, con molta probabilità, l’incendio non è nemmeno doloso. Poi il presunto dolo viene associato alla campagna contro Francesco Sole delle ultime settimane: come dire che i musulmani siano tutti terroristi.
A cura di Andrea Parrella
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L'idea di associare la tragedia francese di Charlie Hebdo della scorsa settimana e la macchina incendiata di Francesco Sole era veramente troppo ghiotta per non essere colta. Promuovere il paradosso italico per cui, dopo giorni di solidarietà in favore della libertà d'espressione, qui da noi si fosse provata ad intimidire la facoltà di parola di Francesco Sole faceva gola, tant'è che su Twitter i commenti più accreditati hanno seguito proprio questa equazione, avvalorando l'ipotesi di un atto intimidatorio ai danni dell'autore di video su Youtube. Si può dire che, a dare uno sguardo a come pare sia andato l'incendio dell'auto di Francesco Sole, la difesa della libertà d'espressione c'entri poco con quanto accaduto?

Cosa è successo all'auto di Sole?

I fatti sono stati riportati in maniera piuttosto chiara da diversi quotidiani come Il Resto del Carlino e descrivono una situazione che, quantomeno, risulta molto più complessa e differente da quella dei clamori della prima ora. Le macchine incendiate infatti sono tre e l'incendio è partito da quella di proprietà del calciatore del Sassuolo Davide Biondini, affiancata a quella di Sole e ad un Fiorino. Non è stato del tutto escluso l'incendio di natura dolosa, ma essendo partito dal vano motore dell'auto di Biondini è molto probabile che il dolo non ci sia stato. Insomma, se si voleva colpire l'auto di Sole, si deve già ipotizzare che gli autori del dolo abbiano utilizzato la strategia di depistaggio dell'attacco ad un'altra auto che poi incendiasse anche quella di Sole. Senza voler fare congetture, interpretazioni o ipotesi che competono alle forze dell'ordine, qualche domanda sorge spontanea: posto che la versione della polizia venga accertata, che senso avrebbe un gesto dimostrativo di questo tipo? Se si incendiasse prima l'auto di fianco il presunto reato per incendio doloso sarebbe meno grave? L'auto di Biondini conta meno di quella di Sole e dunque sarebbe un'attenuante? Insomma, se vuoi incendiare la macchina di Francesco Sole per intimidire Francesco Sole, perché non bruci la macchina di Francesco Sole ma quella di fianco, sperando che le fiamme coinvolgano anche quella di Sole?

Il partito del "Je Suis Francesco Sole"

Fatto sta che in serata, dal post della web star è partita la denuncia che, va detto, aveva un suo senso più ampio, puntava a parlare della campagna d'odio nei suoi confronti di cui il presunto incendio dell'auto era solo la cuspide, il livello massimo. Se fosse rimasto un post isolato, sarebbe stato giustificato perché mostrava in fondo la frustrazione, plausibile e sacrosanta, di una persona la cui macchina ha preso fuoco, un personaggio molto attaccato di recente, finito per essere oggetto di una campagna discriminatoria sfociata molto spesso in un odio imbecille e gratuito, e al quale non sono dunque attribuibili vane manie persecuzione. Quello che sorprende è tutto quanto accade dopo, con la mobilitazione di un vigoroso esercito pronto a prendere le difese di Sole e quello di chi ha attaccato Sole, dicendo in sostanza che se lo fosse meritato. A margine anche la schiera di coloro, più timidi, che hanno fatto semplice ironia. Tre compagini che, al netto dei contenuti, hanno detto la loro basandosi per lo più sul nulla, senza tenere conto di quanto le forze dell'ordine avessero detto, dando per certo che qualcuno avesse dato fuoco alla macchina della star del web.

L'auto di Sole sulla sinistra, al centro quella di Biondini, da cui parte l'incendio
L'auto di Sole sulla sinistra, al centro quella di Biondini, da cui parte l'incendio

Cosa c'entrano gli haters?

La cosa più stucchevole, qui sì che si viene a creare una minima, seppur lontana analogia con quanto accaduto negli ultimi giorni in Francia, è che la presunta colpa dell'attentato all'auto di Sole è stata immediatamente legata a quella campagna di protesta nata nelle ultime settimane, partita da alcuni noti Youtuber, i quali spinti dal motto "Distruggiamo Francesco Sole" hanno contestato la presunta campagna di costruzione del personaggio, messa in piedi dall'agenzia di Francesco Facchinetti. Il collegamento viene facile: contestare diventa automaticamente odiare, c'è una macchina in fiamme, serve un colpevole e allora si parte col processo sommario, naturalmente verso ignoti. Insomma si forma una nebulosa  e confusa teoria che assomiglia maledettamente all'associazione approssimativa in cui si cade spesso quando si lega l'idea di attentato a quella di fedeli musulmani, ritenendoli tutti potenziali terroristi. Lo stesso Facchinetti nel suo rabbioso e forse istintivo post di commento usa parole forti riferendosi ad un voi imprecisato: "Provate a costruire la vostra cazzo di vita anziché vomitare su quella degli altri". Ma di chi parla Facchinetti? A chi parla? A chi corrisponde quella seconda persona plurale che, visto l'incipit, sarebbe implicitamente colpevole del gesto intimidatorio presunto nei confronti di Sole?

Vietato non amare Francesco Sole

In sintesi, non c'è alcuna intenzione di accusare Sole, Facchinetti e tutto l'entourage (come qualcuno ha fatto) di aver utilizzato questo brutto evento in modo strumentale, come un volano mediatico che potesse accrescere ancora di più la figura di Sole, riuscendo nel doppio intento di bonificarla (fosse così, citando Luca Bizzarri "Se qualcuno ha bruciato la macchina di Francesco Sole siamo alla follia. Se invece non è andata proprio così siamo al genio"). Tuttavia, visto come siano andate le cose e la quantità incalcolabile di utenti coinvolti, sarebbe opportuno si procedesse con calma. Sarebbe il caso che, prima di muovere accuse verso una generica comunità che abbia espresso il proprio dissenso (spesso in maniera dura e inaccettabile come i casi di pagine Facebook chiamate "Francesco Sole muori"), ci si possa accertare dei fatti: prima di tutto che un incendio doloso ci sia effettivamente stato, dopodiché cercare un eventuale colpevole. E pure in quel caso, non si tratterebbe di una prova che dimostri la colpevolezza degli haters di Francesco Sole. Agendo diversamente, si arriva ad avvalorare erroneamente l'idea che non amare Francesco Sole sia vietato. E questa, oltre che  una paradossale limitazione della libertà di parola, è prima di tutto qualcosa che rischia di ridurre a semplice teatrino strategico lo sfogo di Sole che, lo si ripete, resta la sola cosa plausibile e giustificata accaduta finora in questa vicenda.

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