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Né Rai né Mediaset, la Gialappa’s Band è a un passo da Discovery

Trattative serrate tra la divisione italiana del gruppo londinese e il trio composto da Giorgio Gherarducci, Carlo Taranto e Marco Santin. Discovery Italia vuole puntare sulla Gialappa’s Band per proseguire l’acquisizione di volti noti e amati dal pubblico generalista, dopo aver portato sul Nove lo show di Maurizio Crozza.
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La Gialappa's Band lascia ufficialmente Mediaset ma, come previsto, non traslocherà presso Viale Mazzini. La prossima stagione non saranno su Mediaset così come in Rai, perché stando alle indiscrezioni raccolte da Davide Maggio dovrebbero passare a Discovery Italia.

La trattativa con Discovery

Trattative serrate tra la divisione italiana del gruppo londinese e il trio composto da Giorgio Gherarducci, Carlo Taranto e Marco Santin. Discovery continuerebbe così quella acquisizione di volti noti al pubblico generalista, dopo aver portato sul Nove personaggi come Maurizio Crozza, lanciato Chef Rubio e consolidando la propria posizione con i format di Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri, "Cucine da incubo" e "Hotel da incubo"

Il futuro della Gialappa's Band

La Gialappa's Band troverebbe terreno fertile per poter sperimentare nuove strade, ma allo stesso modo mettere al servizio della rete il proprio tratto distintivo. Discovery Italia può contare su una serie di canali tematici su cui sfruttare le capacità e il buon nome dell'irriverente trio. Non solo Nove ma anche Real Time, Food Network, Giallo, i canali per bambini K2 e Frisbee, DMax e MotorTrend oltre ai sat Eurosport 1, Eurosport 2, Discovery Channel e Discovery Science.

La fine del triennio Mediaset

Con le dichiarazioni di Pier Silvio Berlusconi in sede di presentazione dei palinsesti Mediaset 2019/2020, si mette la parola fine all'ultimo triennio Mediaset della Gialappa's Band: "Il contratto è scaduto e non abbiamo trovato accordo per rinnovarlo". Il trio era tornato a Mediaset dopo un altro triennio molto fortunato in Rai, tra due edizioni di "Quelli che il calcio", due edizioni del "DopoFestival" (2016, 2017) più esperimenti positivi con "Rai dire Parlamento" all'interno di Ballarò, "Rai dire Europei", "Rai dire Nazionale" e "Rai dire Niùs". Una ritrovata energia che spinse Mediaset a proporre un contratto da tre anni e alterne fortune: dalle solite incursioni nei reality di casa Mediaset all'esperimento "Mai dire Talk", bocciato dal pubblico.

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