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Mughini attacca la politica in tv: “Noia mortale che non tocca più il paese”

Giampiero Mughini in una lettera aperta a Dagospia: “Raro che quelle nenie, e le macchiette che le animano, tocchino il nervo di qualcosa che è rilevante e difficile nella nostra vita quotidiana di cittadini della Repubblica”.
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La crisi dei talk show prosegue imperterrita. Una discesa lunghissima, un baratro oscuro dai risvolti imbarazzanti. Perché se anche un classico ormai datato come Rambo III riesce a superare gli spettatori netti e lo share di Ballarò e diMartedì, allora è sempre più probabile che l'Italia è da tutt'altra parte rispetto a quei salotti dove, un tempo, si catalizzava parte del paese che, anche con rabbia e con interesse, si rivedeva in quei dialoghi, in quelle mezze risse, in quello scenario. Ormai la questione non sembra essere più la conduzione, e probabilmente non lo è mai stato, non è Massimo Giannini il problema di Ballarò, non è Giovanni Floris il problema di diMartedì. Sembra essere una questione di linguaggio, una distanza che appare siderare dal mondo reale. Una conclusione a cui arriva anche Giampiero Mughini che, in una lettera affidata a Dagospia, sferra un duro attacco alla televisione dei talk show:

La politica quale la racconta e la offre la Tv. Da non augurare al peggiore dei nemici, e seppure sia vero che in fatto di luoghi comuni e di banalità in quegli show siano furibonde le nenie accesamente anti-governo e anti-tutto e che morbosamente aspirano a un’Italia perfetta non so se guidata da Beppe Grillo o dal precocemente pensionato Nicky Vendola.

Una disamina pungente, come è nel suo stile. Parla di "un'Italia decantata" che nessuno conosce, centra il punto così:

Raro che quelle nenie, e le macchiette che le animano, tocchino il nervo di qualcosa che è rilevante e difficile nella nostra vita quotidiana di cittadini della Repubblica. Non son di quale Italia parlino, perché io non la conosco. L’Italia decantata dall’uno o dall’altro di quei catturatori di voti facili e minchioni, quella non la conosco. Nell’Italia in cui dolorosamente vivo ci sono altri problemi, altri ingorghi, ad esempio quello provocato dai delinquenti da strada, protetti dalle nostre leggi, che il 2 ottobre del 2015 hanno paralizzato la vita dei cittadini romani che andavano al lavoro o tornavano dal lavoro (sciopero dei bus di 24 ore).

Una lettera che, nonostante tutto, non vuole essere un attacco alle professionalità in gioco, alle quali fa auguri e complimenti, da Milena Gabanelli a Fabio Fazio allo stesso Giannini.

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