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Morto Mario Marenco, Renzo Arbore: “Un dolore fortissimo, era un fuoriclasse”

Il conduttore ricorda il collega e amico per 60 anni: “Era un fuoriclasse. Con le sue parodie ha fatto delle invenzioni straordinarie e spero che gliene verrà dato atto”. Insieme hanno dato vita a programmi come “Alto Gradimento”, “L’Altra Domenica” e “Indietro Tutta”.
A cura di Andrea Parrella
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La morte di Mario Marenco ha gettato un velo di grande tristezza sulla domenica di tanti telespettatori e appassionati di Tv. A commentare la scomparsa del comico foggiano è Renzo Arbore, grande amico di Marenco al fianco del quale ha vissuto alcune delle esperienze più esaltanti della propria carriera, da "Alto Gradimento" a "L'Altra Domenica", fino a "Indietro Tutta". Rintracciato da Adnkronos a poche ore dal decesso di Marenco, Arbore ha commentato così la notizia: "Sono sotto choc, sto andando a Foggia". Per poi proseguire:

Per me la morte di Mario è un dolore fortissimo. Perché lui è stato un caposcuola, non riconosciuto come tale. È stato un inventore di umorismo mai eguagliato

Il rapporto di amicizia che ha legato i due, concittadini, è durato sessant'anni, come ricorda Arbore, che conobbe però Marenco a Napoli, dove entrambi frequentavano l'università (Arbore di giurisprudenza, mentre Marenco è poi divenuto architetto e designer). poi i due si trasferirono a Roma insieme: "Lui all’epoca era fidanzato con una giovanissima e bellissima Laura Antonelli ed era un uomo assolutamente geniale ed originale, inimitabile, non catalogabile. La sua potenza era proprio quella di non essere mai convenzionale. Quindi quando mettemmo insieme la squadra di ‘Alto Gradimento’ fu naturale che ne facesse parte. Aveva un’intelligenza fuori dal comune". 

Arbore tesse le lodi di Marenco dal punto di vista umano, descrivendolo come un uomo di "una modestia disarmante", ma anche sotto l'aspetto professionale: "Era un fuoriclasse. Con le sue parodie ha fatto delle invenzioni straordinarie. E spero che gliene verrà dato atto". Nostalgicamente Arbore ricorda stagioni di "risate impagabili" e aneddoti che hanno caratterizzato un'amicizia lunga decenni con lui e Boncompagni, scomparso nel 2017:

 Ci faceva anche degli scherzi ma una volta ci vendicammo e gli facemmo credere di chiamarlo da un programma radiofonico notturno che si chiamava ‘Svegliati e vinci’: lo chiamavano alle tre del mattino e, per una volta, fu lui a cascarci in pieno. Mi mancherà tantissimo

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