Morto Gigi Proietti, il radiologo della clinica: “Ironizzava, mi chiedeva Je la faccio?”
Raggiunto dall'Adnkronos a parlare a poche ore dalla scomparsa di Gigi Proietti è Fabrizio Lucherini, il radiologo della clinica che lo aveva in cura già da due settimane prima della sua dipartita. Il medico racconta all'agenzia di stampa di non aver mai percepito un sentore di ansia o preoccupazione nella voce del grande mattatore romano, che nei giorni scorsi ironizzava sulle sue condizioni di salute.
L'ironia di Gigi Proietti sul suo stato di salute
La notizia che l'attore romano era ricoverato e in condizioni gravissime, era trapelata solo nella tarda serata di ieri, domenica 1 novembre, ma di lì a poco Gigi Proietti avrebbe chiuso i suoi occhi una volta per tutte. Nonostante la gravità del suo stato di salute, già percepibile nei giorni precedenti alla sua dipartita, non aveva smesso di scherzare e sdrammatizzare, questo è quanto racconta all'Adnkronos, il dottor Lucherini: "Quando gli ho fatto la tac, pochi giorni fa, ironizzava sulle sue condizioni: ‘Come vado? Je la faccio?’, chiedeva. Non l’ho mai percepito ansioso e preoccupato. Era lui, è sempre stato lui. Da anni era un cardiopatico grave ed è venuto qui il 17 ottobre scorso già in condizioni preoccupanti. Anche diversi anni fa per motivi analoghi, aveva avuto un ricovero, ma questa volta era diverso".
Le condizioni dell'attore erano peggiorate
Le condizioni di salute di Gigi Proietti, ricoverato per problemi cardiaci, erano particolarmente gravi e negli ultimi giorni il suo organismo non è riuscito a recuperare le forze necessarie per superare le varie criticità che lo affliggevano. Del grande attore romano, il dottor Lucherini conserva un ricordo legato non solo agli ultimi giorni della sua vita, in cui ha dimostrato di essere sempre uguale a sé stesso, ma anche di un episodio di qualche anno fa. Infine, ha poi sottolineato che una folla di fan si è assiepata fuori le porte della clinica, come mai era successo prima d'ora
Il problema di un cuore che non funziona bene crea uno scompenso su tutto il resto, dando il via a patologie multiorgano. Negli ultimi giorni si è aggravato moltissimo. Gli ho fatto la tac che era ancora lucido, ma c’erano davvero troppe complicanze. Di lui conservo ancora un ricordo di qualche anno fa quando con la squadra di calcetto avevamo vinto una coppa e andammo a festeggiare nel suo ristorante preferito. Lui era lì con delle persone, lo abbiamo chiamato al tavolo per un brindisi ed è rimasto con noi al tavolo. Uno di noi, divertente, umile. Abbiamo perso forse il più grande attore di tutti i tempi, io una folla come quella di questa mattina qui in clinica non l’ho mai vista per nessuno.