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Morto Fabrizio Frizzi: addio al conduttore Rai

Morto Fabrizio Frizzi, quando salvò Valeria donandole il midollo: “Grazie a te sono qui”

Nel 2000 Fabrizio Frizzi donò il midollo in forma anonima a Valeria Favorito, all’epoca 11enne e malata di leucemia, salvandole la vita. Dopo anni la ragazza ha scoperto che il suo donatore era il famoso conduttore e, dopo averlo rintracciato, sono diventati inseparabili: “Caro fratellone, se adesso sono qui a scrivere è proprio grazie a te, il sangue che mi scorre tra le vene è il tuo”.
A cura di Ida Artiaco
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Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi (Facebook).
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Fabrizio Frizzi è morto. Lo storico volto della Rai se ne è andato nella notte tra il 25 e il 26 marzo all'Ospedale Sant'Andrea di Roma, lasciando un grande vuoto in tv, al cinema e soprattutto nella vita di quanti lo conoscevano e lo amavano quotidianamente. Tra di loro, oltre alla compagna Carlotta e alla piccola Stella, frutto della loro relazione, c'è anche Valeria Favorito, che il conduttore chiamava "sua sorella di sangue". Perché, pur non essendo nati dalla stessa coppia di genitori, una parte di Fabrizio continua ancora a vivere in questa ragazza che oggi ha quasi 30 anni e a cui 18 anni fa ha donato il suo midollo, salvandole la vita.

Era il 2000. Valeria, originaria di Erice, aveva solo 11 anni, quando le fu diagnosticata la leucemia mieloide acuta, una patologia molto aggressiva. Poche le sue speranze di sopravvivere senza un trapianto. All'epoca, Frizzi stava girando una fiction ed era impegnato nella conduzione dello show "Per tutta la vita" del sabato sera con Romina Power. Durante una di queste puntate si nota la sua assenza. "Fabrizio oggi non c’è perché domenica scorsa ha fatto una cosa molto bella, una cosa importante per qualcuno", dice la sua collega in studio. Poche parole che fanno però intuire al papà della ragazza che lui possa essere il donatore, che per legge deve restare anonimo. Per di più, si viene a sapere che il conduttore era iscritto dal 1994 nel registro dei donatori.

Dopo anni di cure, Valeria comincia a notare dei miglioramenti nel suo stato di salute. A quel punto chiede al Centro di Genova di poter ringraziare, anche solo per lettera, il suo donatore, che sa solo essere un personaggio noto. Quando lui le risponde firmandosi "Fabrizio", non ha più dubbi. Si tratta di Frizzi. Così decide di raggiungerlo ad una partita del cuore che lo showman avrebbe dovuto disputare a Verona. E da lì sono diventati inseparabili, a tal punto che lui ha continuato a chiamarla "la mia sorella di sangue". La ragazza ha anche raccontato all'Ansa di averlo raggiunto a Roma pochi giorni prima della sua morte per portargli di persone l'invito al suo matrimonio: "Lo volevo come testimone. Mi disse: se le mie forze me lo consentiranno, oggi sto bene, domani non so".

La lettera di Valeria a Fabrizio Frizzi

In una lettera che la giovane aveva letto nella trasmissione "Attenti a quei due" nel 2011 recita: "Ho 10 anni. Sono nata nel 1988 ma la mia vita è cominciata dieci anni fa. Non è semplice quando un signore distinto con un camice bianco viene verso di te, sorride mesto guardando i tuoi e dice: ‘Leucemia mieloide acuta'. Ho amato Verona dal primo momento, da Erice ci eravamo trasferiti perché mio papà non stava bene. Da lì ho pensato che la vita ce l'aveva un po' con noi. E invece no. Il 21 maggio di 10 anni fa ho sbattuto la porta in faccia alla sfortuna. Perché non ci volevo stare, e soprattutto perché dopo aver a lungo cercato un donatore compatibile finalmente qualcuno a Roma aveva detto: ‘Ok, sono pronto'. Eri tu, Fabrizio. Tu hai detto: ‘D'accordo lo faccio'. La generosità è una parola con cui tanti si riempiono la bocca. Tu, invece, in silenzio, con la semplicità e la riservatezza, l'hai fatto davvero. Mi hai donato il tuo midollo osseo. Ora le mie giornate sono fatte di cose buone e meno buone, come la vita di tutti. Caro fratellone, se adesso sono qui a scrivere è proprio grazie a te, il sangue che mi scorre tra le vene è il tuo. Spero di rivederti presto, mi manchi, ma dentro di me ho sempre la sensazione che tu mi stringa la mano e mi dica: Io ci sono".

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