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Morte Nadia Toffa, Elena Santarelli: “Chiedano scusa quelli che le scrivevano cose terribili”

Elena Santarelli affida a Instagram la commozione per la morte di Nadia Toffa, la conduttrice de Le Iene che da due anni combatteva contro un tumore. “Il mio pensiero va alla tua mamma e al tuo papà” scrive la showgirl che poi invita quanti nei mesi hanno attaccato Nadia, soprattutto per la frase “il cancro è un dono”, a scusarsi.
A cura di Stefania Rocco
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Elena Santarelli affida a Instagram la commozione per la morte di Nadia Toffa, conduttrice de Le Iene che qualche ora fa ha perso la sua battaglia contro il cancro. Elena conosce la situazione di Nadia molto da vicino. Lei stessa è stata a lungo ricoverata insieme al figlio Giacomo dopo che il piccolo si era ammalato di cancro, patologia dalla quale è guarito. Nadia non ce l’ha fatta e Elena l’ha salutata a mezzo social, abbracciando da lontano i suoi genitori e quei familiari che oggi piangono la sua scomparsa.

Il messaggio di Elena Santarelli

Ciao Nadia. Hai sempre avuto cura di sapere di Jack, sei sempre stata positiva quelle volte che riuscivo a sentirti. In silenzio hai sostenuto il progetto Heal e chissà quante altre associazioni. Il mio pensiero va alla tua mamma, al tuo papà e alla tua famiglia” inizia così il messaggio scritto dalla Santarelli per la Toffa con la showgirl che non manca di invitare quanti hanno criticato Nadia a chiedere scusa: “A tutti voi che in passato avete lasciato messaggi orrendi sotto le foto di Nadia, se potete chiedete scusa”.

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Il libro della Toffa all’origine delle critiche

La Santarelli si riferisce a quanto accaduto dopo la pubblicazione del libro Fiorire d’inverno, scritto da Nadia dopo avere scoperto di essersi ammalata. “In questo libro vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità” aveva scritto sui social provocando una bufera. A distanza di qualche giorno da quel momento, dopo decine di messaggi irripetibili ricevuti, Nadia volle fare chiarezza:

Succede di essere fraintesi. Ho erroneamente utilizzato quelle parola, senza spiegarmi in modo totalmente chiaro. La parola "dono" ci viene dai bambini. Loro all'ospedale continuano la loro vita, mangiano, giocano. Fa bene reagire bene. Certo, volere non è potere. Ci vuole la medicina, la chemioterapia, la radioterapia. Io l'ho fatta. A ogni controllo, preghi e hai paura e vai avanti sempre così. Mi sono chiesta "Perché a me?". Poi ho capito: e perché non a me? La domanda si è ribaltata. Non augurerei mai questa cosa a un altro: io ci ho sofferto tanto, è una cosa brutta, difficile. Metti in discussione tutta la vita, le priorità. La forza di volontà è andare avanti. Sopportare. Anche il dolore.

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