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“Mission” andrà in onda senza pubblicità, ma le polemiche non si fermano

Il discusso programma andrà in onda il 4 e il 12 dicembre. Polemiche sul compenso dei partecipanti, il direttore di Rai1: “Crediamo molto nel programma. In onda senza spot, sarebbe stato improprio interromperlo”.
A cura di Andrea Parrella
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A due giorni dalla messa in onda, manco a dirlo, continuano le polemiche su Mission, il programma che partirà il 4 dicembre e andrà in onda anche il 12, con la conduzione di Michele Cucuzza e Rula Jebreal, com anticipato qualche settimana fa. Per tuttal'estate si sono protratte polemiche in merito alla questione, per il rischio che la tematica venisse esposta ad un chiaro processo di spettacolarizzazione e la stessa commissione di vigilanza, nella persona del presidente Roberto Fico, aveva manifestato disappunto nei confronti della modalità di iniezione vip in ambienti di questo tipo. Giorni fa erano giunte altrettante contestazioni per i primi video di Paola Barale ed Emanuele Filiberto, immersi in una realtà che, apparentemente, aveva di disagiato molto poco. Ed anche sui compensi dei partecipanti, 700 euro al giorno, qualcuno si era chiesto se non fosse il caso devolverli alle stesse associazioni.

A schierarsi in difesa della legittimità del format sono stati sia le associazioni umanitarie che hanno preso parte all'operazione con la Rai, che la direzione stessa di rete, ovvero Giancarlo Leone. Laura Lucci, funzionario Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), si è detta "Sconcertata dalle assurdità su Mission. Le critiche sono ormai inaccettabili, diffamanti. È vergognoso che si possa dire che abbiamo allestito dei set. Il casting l’ha fatto la Rai: l’idea era trovare persone che usassero un linguaggio adatto al pubblico di Rai1. Loro consentono di trasmettere dei documentari che altrimenti mai sarebbero andati in onda su Rai1, a quell’ora. Fanno puntare i riflettori su realtà dimenticate". Le parole più forti a sostegno del programma vengono proprio dalla Rai, che ha deciso di mettersi in gioco per il lancio di un programma ambizioso, con la volontà di allungare un fascio di luce su una realtà che molti nemmeno si immaginano e farlo, chiaramente, con l'ausilio di quel megafono che possono essere i personaggi del mondo dello spettacolo:

Su questo programma abbiamo investito molto e vorrei avere ancora più budget per convincere in futuro altri a partire. Non mi vergogno a offrire soldi per questa causa. E posto che molti hanno poi devoluto i compensi in beneficienza, a me non interessa il mezzo ma il fine: far conoscere questi temi parlando un linguaggio televisivamente interessante così che non sia un programma per pochi.

Ma non è tutto, perché la notizia più simbolica è la scelta di mandare in onda le due puntata del programma senza spazi pubblicitari, considerando "Improprio interrompere un programma del genere con degli spot". Dopo un'estate ed un autunno intero di polemiche, Mission arriverà a breve in tv e non dovremo fare altro che vederlo per capire quale sia il reale spirito con il quale sia stato messo in piedi: a partecipare al programma Francesco Pannofino e Candida Morvillo (in Mali), Lorena Bianchetti e Cesare Bocci (Ecuador), Al Bano e le figlie Cristel e Romina jr (Giordania), Emanuele Filiberto e Paola Barale (Repubblica Democratica del Congo). "Puntiamo al 10-12% di share" dice Leone, che si accontenterebbe di un risultato al di sotto della media.

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