Milly Carlucci: “Tutto chiarito con la D’Urso. Miss Italia patrimonio nazionale” (VIDEO)
La conduttrice Milly Carlucci ha scelto Fanpage.it per parlare suo gioiellino, Ballando con le stelle, in onda ogni sabato sera su Rai 1, e per esprimere il suo parere su alcuni argomenti più delicati e attuali, dall'addio a Miss Italia alla querelle con Barbara d'Urso. Anzitutto ha tracciato un bilancio molto positivo del suo show anche se finora non è riuscito a spuntarla su Italia's Got Talent in termini di audience. Sulla polemica relativa all'eliminazione di Massimo Boldi che ha portato ad una reazione del comico su Twitter e poi alle lamentele dei fan, la Carlucci si è detta dispiaciuta:
E' normale che abbia reagito così. Mi dispiace poi che abbia sofferto, non mi piace che un amico soffra. Questo, però, fa capire come tutti prendano sul serio questo programma. Sì, è un gioco, però come in tutti i giochi se alla fine perdi ci rimani sempre male.
Sul tormentone Sandro Mayer e il suo parrucchino la Carlucci ha commentato così:
E' stata una grande sorpresa. All'inizio non sapevo come prenderla, poi ho visto che lui la viveva con grande serenità e così dalla seconda puntata abbiamo preso più confidenza e ci abbiamo anche scherzato, bonariamente. Noi non facciamo satira aggressiva.
In Rai domina la politica dei tagli, come ha confermato la Carlucci ai nostri microfoni: il suo programma ha subito un notevole taglio ai budget. Si è detta favorevole tra l'altro alla trasparenza sui compensi pubblici dei lavoratori Rai evitando però esagerazioni e numeri fantasiosi che a volte si leggono sui giornali. Ha poi ricordato Miss Italia, sfrattata da Rai 1 e adesso approdata a La7:
L'Azienda segue i suoi percorsi, anche le sue valutazioni economiche. Spero che Miss Italia abbia ancora successo perché è un pezzo della nostra storia, è un po' come Sanremo: quando c'è viene criticata, invece quando non c'è si dice "oh, che peccato!" […] Miss Italia manca un po' a tutti gli italiani.
Infine sulla querelle con Barbara d'Urso ha tuonato:
Siamo rimasti meravigliati e spiazzati dalla querela per diffamazione perché la nostra azione processuale era soltanto una difesa del diritto d'autore. La d'Urso non firmava il programma, quindi non era stata chiamata in causa. Alla fine, però, è stato tutto chiarito.