Maurizio Crozza a Ballarò sugli eserciti regionali e il mitologico La Russa, video
Nella prima settimana di par condicio in tv, non poteva mancare la copertina di Crozza a Ballarò, durante la quale il comico non manca di sbeffeggiare la sinistra e fare satira sul governo: ce n'è per tutti insomma.
Ieri il genovese ha aperto la puntata del 5 aprile, che ha fatto il punto della settimana, soffermandosi sulla manifestazione che ha visto protagonista La Russa, ricoperto da monetine lanciate dai manifestanti, come a volerlo giudicare "fenomeno da baraccone" o la serie di sit in, che hanno coinvolto il popolo, stanco della staticità in cui riversa la politica italiana. Il ministro della difesa è per il comico una creatura mitologica, mezzo uomo e mezzo mastino napoletano con un citofono come bocca: ovunque vada, scoppia qualche putiferio.
Crozza comincia con lo scherzare sul lato comico del presidente del consiglio e affibia, ironicamente,gli accordi saltati con la Tunisia per l'affare immigrazione, a delle inopportune barzellette del premier, come la battuta di Berlusconi sui napoletani e il lato b.
Il comico ipotizza che, in questo paese di comiche, il presidente Napolitano arriverà ad un punto di non ritorno, dove inviterà il suo popolo ad abbandonare il paese. "Clio mettiti in moto!" è la battuta di difficile comprensione del genovese, che non si riferisce all'ipotetica macchina del presidente, bensì alla consorte di Napolitano, omonima della car francese.
Persino i tunisini, dinanzi a cotanta ridicolaggine, avrebbero detto, sempre per il comico, che da questo paese se ne vanno prima loro, piuttosto che essere rimpatriati. Sarebbe il colmo, ma la satira è anche paradosso e vuole evidenziare il tracollo di credibilità dell'immagine italiana.
Anche l'ultima azione immobiliare di Berlusconi, che lo ha portato a comprare villa due Palme a Lampedusa, è giudicata inopportuna dal comico, quanto lo sarebbe l'acquisto di una centrale nucleare a Fukushima.
Maurizio Crozza ritorna a parlare di Tunisi e in special modo si sofferma sulla faccia di Maroni, "a suo agio quanto Carla Fracci tra gli ultras dell'Inter" e quindi non proprio sereno e propositivo per una negoziazione così difficile come quella con il popolo africano, in merito alle migliaia di immigrati che continuano a sbarcare da Tunisi in Italia, in cerca di una vita migliore.
Dopo gli affari esteri, il comico passa a quelli interni, come la proposta della Lega di istituire tanti piccoli eserciti regionali. Fitto, ministro per i rapporti con le regioni, è presente in studio e Crozza gli chiede se per caso il Molise ha intenzione di invadere la Basilicata.
Mentre parla, Crozza si sofferma sull'immagine in studio di Veltroni e scherza sul partito del politico, dicendo che Montezemolo è indeciso se schierarsi col PD o entrare in politica. L'ex sindaco di Roma la prende a ridere, mostrando ancora una volta che la sinistra è autoironica, mentre la destra ha paura ad esserlo, quando invece può farlo.
Veltroni ha anche confessato che per lui, nel 2013, il PD vincerà le elezioni: " lei confida così tanto nella profezia Maya, tanto da sparare questa pu******a, vero?" scherza Crozza, a sottolineare che, ora come ora, il partito del capogruppo Bersani non può competere con la fazione politica in carica, per mancanza di leader e progetti. Crozza rimprovera anche a Veltroni l'arruolamento di Matteo Renzi, che vuole ringiovanire la sinistra, ma un pò troppo e il comico scherza su questa figura bislacca fino alla fine dello sketch, quando abbandona lo schermo, sugli applausi di tutto il pubblico.