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Maurizio Costanzo: “Fu Totò Riina a condannarmi a morte. Non so se oggi parlerei ancora di mafia”

Lunga intervista a Costanzo, ospite di Piero Chiambretti nella puntata di “#CR4 – La Repubblica delle donne”, in onda mercoledì 5 dicembre. Il conduttore ha parlato dell’attentato mafioso subito nel 1993 in cui sopravvisse miracolosamente con Maria De Filippi, di calcio, politica e fede. Senza dimenticare un ricordo commosso per l’amico Sandro Mayer.
A cura di Valeria Morini
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Maurizio Costanzo è una delle celebrità intervistate da Piero Chiambretti nella puntata di  “#CR4 – La Repubblica delle donne”, in onda mercoledì 5 dicembre su Retequattro. L'ospitata (a distanza, con Costanzo in collegamento video) si è concentrata in particolar modo sull'attentato mafioso che Costanzo subì, insieme a Maria De Filippi, nel 1993. Una bomba con 75 chili di tritolo collocata da Cosa Nostra esplose nei pressi della loro vettura, poco lontano dal teatro Parioli, e solo per un puro caso non ci furono vittime.

Quella sera, il mio autista non venne e chiamai un altro. I miei attentatori ebbero un attimo di sorpresa e quando capirono che ero in macchina avevamo già girato in via Fauro. Ci siamo salvati io, Maria, l'autista e il cane. A me risulta, dai magistrati, che i mafiosi cercarono prima di fare l’attentato al Parioli, dove venne persino Messina Denaro, latitante da sempre, a verificare la situazione. Poi, fra i Corleonesi e altri, vinsero gli altri, altrimenti i Corleonesi mi avrebbero fatto fuori con una sventagliata di mitra. Ti dico ancora di più. I magistrati mi hanno dimostrato come i mafiosi mi seguissero e stavano spesso in Via Veneto pensando fossi lì, invece videro solo Arbore. Una volta mi seguirono pensando andassi a casa, invece, guarda il destino, stavo andando a trovare l’allora Ministro degli Interni Vincenzo Scotti, che aveva sotto casa una camionetta della polizia. Allora loro hanno pensato che a casa non potevano fare l’attentato e quella è stata la mia salvezza.

Perché attentarono alla vita di Costanzo

Sia Costanzo che Michele Santoro attaccarono la criminalità organizzata in una celebre maratona televisiva antimafia congiunta tra Rai e Mediaset, eppure Cosa Nostra preferì colpire lui: "Perché io ho insistito in altre puntate. Falcone e gli altri magistrati vennero dopo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’aver intervistato la nuora di Bontate, capobastone importante, e in onda, incoscientemente, cercai di convincerla a lasciare la famiglia mafiosa. I magistrati mi hanno raccontato che la mia condanna di morte fu da parte di Totò Riina che disse: “Questo Costanzo mi ha rotto i co****ni”". Costanzo ha avuto la possibilità di vedere i suoi attentatori al processo, durante il quale li guardò negli occhi: "Solo per qualche minuto. Poi ho pensato una cosa: che io ero lì, libero, mentre loro stavano dietro le sbarre. Allora, non li ho più guardati". Oggi attaccherebbe di nuovo la mafia in modo così diretto?

Sinceramente non lo so, perché mi sembrerebbe di dare un calcio al destino. Però, penso sempre che ci debba essere qualche giornalista a denunciare le cose. E per fortuna c’è.

Il collegamento con Maria De Filippi

Costanzo ha confermato che lui e la moglie Maria De Filippi da allora non viaggiano più in auto insieme, per una promessa che lei fece al padre. Un po' come accaduto qualche settimana fa a Che tempo che fa, nella conversazione si è inserita proprio la De Filippi, collegatasi telefonicamente. La conduttrice di Uomini e Donne, celebrata da Chiambretti per il suo 57esimo compleanno, sul dichiarato sul marito: "Mi ha conquistata con la parola, con la presenza, con la costanza e con l’essere un punto di riferimento fermo nella mia vita". I due sono sposati dal lontano 1995 e la De Filippi (che prima era avvocato) deve proprio a Costanzo l'inizio della sua sfavillante carriera televisiva. I due festeggeranno i 25 anni di matrimonio nel 2020: "Mi sono sposato 4 volte", ha aggiunto Costanzo, "E solo stavolta sono arrivato alla vigilia delle nozze d'argento. Un motivo ci sarà".

Il ricordo di Sandro Mayer

Inevitabile la richiesta di ricordare Sandro Mayer, il giornalista e scrittore scomparso da poco. Mayer, direttore di DiPiù e DiPiù Tv ma anche opinionista televisivo in tanti programmi, è morto a 77 anni a causa di un'infezione. Come tanti colleghi, anche Costanzo ha espresso cordoglio nei confronti di una figura con cui collaborò a lungo: "Ho perso un grande amico. Abbiamo lavorato insieme per più di dieci anni quando facevo Buona domenica e lui era opinionista. Gli ho voluto bene e so che mi mancherà".

Sulla politica, Salvini e Berlusconi

L'intervista è quindi virata su temi politici. Tra questi, la mai celata ammirazione che Costanzo ebbe nei confronti di Massimo D’Alema, che non fu proprio apprezzata da Silvio Berlusconi: "Sì, lo sapeva e diceva agli altri “Lo so che Maurizio è vicino a D’Alema, spero che mi dica qualche cosa che gli dice D’Alema”. Quando Berlusconi è sceso in politica, radunò molti di noi ad Arcore – mi ricordo Giuliano Ferrara ed Enrico Mentana – per informarci che sarebbe sceso in politica. Io poi, a tu per tu, gli dissi: “Guarda, io non ti voterò mai, ma non ti attaccherò mai”, ed è così ancora oggi".

Su Matteo Salvini (peraltro recentemente ospite al “Maurizio Costanzo Show”): "Salvini ha la grande dote di dire le cose che molta gente si vuol sentir dire. Mi sento di dire che oggi c’è meno la sinistra. Io nella mia vita ho avuto la fortuna di conoscere Massimo D’Alema, Giancarlo Paglietta, Giovanni Amendola, Giorgio Napolitano e Enrico Berlinguer".

La fede (religiosa e calcistica)

Come molti sanno, Costanzo è un appassionato di calcio e un tifoso della Roma: "Penso malissimo del VAR e penso male degli arbitri, perché alla Roma hanno sicuramente non dato un goal scritto. Totti mi manca moltissimo. Gli voglio bene e gli sono affezionato. Sono romanista… Nessuno è perfetto!".

Infine, sul suo rapporto con la religione: "Questa è la mia contraddizione: non sono un credente, ma mi dispiaccio di non essere un credente. Chissà perché, essendo figlio unico e avendo perso mio padre quando avevo circa 20 anni e mamma un po’ di anni dopo, penso che la cosa più bella che mi possa accadere dopo è rincontrare loro".

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