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Matteo Salvini ‘obbligato’ ad andare da Fazio, ma lui dice no: “Per rispetto degli italiani”

La legge sulla par condicio obbligherebbe il ministro degli Interni ad un passaggio a Che Tempo Che Fa in vista delle prossime elezioni europee. Salvini ribadisce il no, ma la sensazione è che stia gettando le basi per un evento televisivo molto simile allo storico confronto Berlusconi-Santoro a Servizio Pubblico.
A cura di Andrea Parrella
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Fabio Fazio continua ad essere uno dei bersagli preferiti del ministro degli Interni e leader della Lega Matteo Salvini. Gli attacchi frontali al conduttore di "Che Tempo Che Fa" hanno una cadenza pressoché settimanale e anche ieri Salvini non ha mancato di sottolineare la sua ostilità nei confronti del conduttore, confermando di non avere alcuna intenzione di prendere parte al programma della domenica sera di Rai1, nonostante siano le regole della campagna elettorale per le prossime elezioni europee di maggio a imporre un suo passaggio nel programma in onda la domenica sera sulla rete ammiraglia.

La Rai ha infatti reso noto alla Commissione di Vigilanza il calendario delle presenze degli esponenti politici nelle trasmissioni di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata, che rientrano nell'ambito dei "programmi di informazione il cui format non prevede il contraddittorio in condizioni di effettiva parità". Calendario che prevede un passaggio obbligatorio di Salvini da Fazio fissato per il prossimo 5 maggio. Di fronte a questo obbligo Salvini ha annunciato:

Le regole della par condicio prevedono che da Fabio Fazio ci debbano andare i 4 leader di partito, Berlusconi, Zingaretti, Di Maio e Salvini: io per coerenza e rispetto degli italiani non andrò da Fazio.

Il leader del Carroccio ha quindi battuto sull'argomentazione che più fa gioco alle convinzioni del suo elettorato, ovvero quella che batte sullo stipendio del conduttore, che il vicepremier continua a considerare troppo alto. Non è escluso che il vicepremier, spingendo sulla sua rivalità con Fazio, stia gettando le basi per un piccolo evento mediatico. Un suo cambio di decisione nelle prossime decisione nelle prossime settimane potrebbe passare come una concessione e un tentativo di riappacificazione, ma sarebbe anche la premessa per un confronto televisivo col conduttore che finirebbe per somigliare moltissimo allo storico scontro tra Berlusconi e Santoro a "Servizio Pubblico", alla vigilia delle elezioni del 2013.

Una strategia, quella di Salvini, che non a caso è in netta controtendenza rispetto all'atteggiamento che nei confronti di Fazio sta assumendo l'altro vicepremier, socio in affari ma contemporaneamente avversario politico, Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro, dopo aver ampiamente sostenuto la battaglia mediatica contro il conduttore nei mesi scorsi, arrivando a definirlo una sorta di problema da affrontare per la Rai, "un caso" in relazione alla sua retribuzione, sembra aver ammorbidito i suoi toni nei confronti di Fazio. Simbolica in questo senso è stata la presenza di Di Maio a "Che Tempo Che Fa" del 7 aprile, in contemporanea con quella di Salvini a "Non è l'Arena". Una scelta che non pare affatto casuale, visto che è sempre più palese come, in vista delle Europee, le due forze politiche al governo si stiano preparando ad una battaglia politica che segnerà i prossimi mesi e che probabilmente influirà sulla stabilità dell'esecutivo.

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