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Massimiliano Gallo, da Pizzofalcone a Imma Tataranni fino a Malinconico: “Ci vediamo sempre su Rai1”

A Fanpage.it parla il nuovo volto della serialità, stasera con il finale di stagione de “I Bastardi di Pizzofalcone”, da domani impegnato nella seconda stagione di “Imma Tataranni” e presto in “Vincenzo Malinconico”, nuova serie sempre su Rai1: “Sono cresciuto nell’epoca di Robert De Niro, adoro quindi gli attori che scompaiono dietro i personaggi. Così cerco di lavorare io”. Sul futuro di Pizzofalcone: “Stiamo lavorando tutti per tornare al più presto”.
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Un volto come Massimiliano Gallo quando lo vedi, non lo dimentichi. Eppure, ogni volta che affronta un personaggio, rimodula e lavora così tanto su se stesso da riuscire a restituire sempre qualcosa di inedito. Forse è anche per questo che Massimiliano Gallo sarà l'attore che vedremo maggiormente nella stagione televisiva in corso, compreso tutto il 2022. Questa sera chiude la terza stagione de I Bastardi di Pizzofalcone e da domani sarà in onda con la seconda di Imma Tataranni e poi, sempre sulla rete ammiraglia, la nuovissima "Vincenzo Malinconico, Avvocato". A Fanpage.it, l'attore scherza: "Mi dispiace che mi dovrete sopportare quasi per tutta la stagione su Rai1″. Dalla serialità al cinema, nel film più intimo di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio: "Paolo mi ha chiamato e quando ti chiama Paolo, tu vai a prescindere. Ennesimo regalo della mia carriera".

Il personaggio di Luigi Palma è stato uno dei principali in questa stagione di Pizzofalcone. Un personaggio che è cresciuto al punto da meritarsi un episodio, il terzo, che è stato quasi uno stand-alone. 

C'è stata la volontà da parte della produzione di raccontare in profondità il personaggio di Luigi Palma. È stato raccontato in maniera più completa nelle sue sfumature e nelle sue fragilità. È venuto fuori un lavoro molto interessante.

Tre stagioni e un successo di pubblico consolidato. Qual è il segreto?

Maurizio de Giovanni scrive e racconta di poliziotti umani, lontani dai canoni all'americana. Credo che il successo dei Bastardi sia tutto qui. Sono persone che, nonostante tutto, convivono con le proprie paure e le proprie fragilità. L'empatia che tu provi per i Bastardi la provi perché ti riconosci in queste persone normali che fanno però un lavoro straordinario.

Questa sera si chiude la terza stagione: che cosa succede?

Possiamo dire che si tireranno le fila di tutto quello che è stato imbastito all'inizio. Pensiamo alla bomba al ristorante, per esempio. Noi pensavamo che la bomba avesse una matrice ben diversa, e invece…

E invece…

E non posso dirlo, altrimenti faccio spoiler.

Però, puoi spoilerarci qualcosa sul futuro: I Bastardi di Pizzofalcone 4 si farà?

La produzione sta lavorando per farla e vuole farla anche presto, perché il pubblico la chiede e vuole vedere di nuovo questi personaggi in azione. Quindi sì, dovremmo andare avanti, ma non non so quando ci sarà l'ufficialità. Quello che è importante è che sono tutti a lavoro per cercare di tornare al più presto possibile.

Massimiliano, però con te torniamo a vederci già domani sera: inizia la seconda stagione di Imma Tataranni.

Imma Tataranni è un altro grande titolo di successo di Rai1. La seconda stagione lo conferma. Da sei puntate ora sono diventate otto che vanno in onda in due momenti diversi della stagione: quattro andranno in onda da martedì e altre quattro da gennaio 2022. È un lavoro enorme che abbiamo fatto. Otto mesi di lavoro, un lavoro di grande fatica e di altissima qualità, attoriale e di scrittura. C'è una grande cura, sono personaggi amatissimi. Il mio come quello di Valeria Scalera, lo stesso di Carlo Buccirosso, personaggi che sono entrati già nell'immaginario collettivo.

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Qual è il segreto del successo di Imma Tataranni?

Credo che sia perché sono dosate bene le dinamiche familiari, il blocco delle indagini, il drammatico e la commedia. C'è un'ottima fusione di questi elementi.

Pietro De Ruggeri, il tuo personaggio, è il nuovo archetipo di uomo "moderno". Un uomo che, ogni tanto, non ha paura di essere "maschio beta".

Sì, è un uomo ben lontano dall'archetipo dell'uomo del sud, quindi del maschio alpha. Un tipo di marito come Pietro, siamo abituati a vederlo in storie ambientate in altri contesti. Al sud, un uomo come Pietro con quel tipo di donna come Imma non sono contemplati, o comunque nel vederli si storce spesso il naso. Quest'uomo che ha una parte femminile, delicata dentro di lui, è ancora una stranezza al sud. Per me, è stata certamente una scommessa interessante.

A proposito, che intesa con Vanessa Scalera, sul set sembra quasi che danziate.

Io e Vanessa ci amiamo artisticamente. Quando stiamo insieme è come suonare in un complesso, corrispondiamo la stessa sonorità, la stessa musica. Per questo, ci divertiamo, giochiamo, recitiamo all'inglese.

Da Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni a Imma Tataranni di Mariolina Venezia fino al prossimo Vincenzo Malinconico di Diego De Silva. Massimiliano Gallo è diventato l'attore perfetto per le trasposizioni letterarie?

Più che altro, mi dispiace che mi dovrete sopportare quasi per tutta la stagione su Rai1 (ride, ndr). Scherzi a parte, ho esplorato talmente tanto nei generi che non mi preoccupa. Sicuramente sono un volto scelto da Rai1, questo sì, ho avuto un bel regalo dopo aver fatto tante cose per questa rete. Non era una cosa scontata, anzi è una cosa che deve dare grande motivazioni soprattutto ai ragazzi che pensano che in questo paese non funziona niente e invece forse, magari ci metti più tempo, ma alla fine la meritocrazia paga.

Chi è Vincenzo Malinconico?

Vincenzo Malinconico è un avvocato, un personaggio scritto benissimo da Diego de Silva. È un'altra scommessa di Rai1, un prodotto nuovo per la rete perché è un prodotto politicamente scorretto, meno ordinato rispetto a quanto visto finora. Penso possa piacere anche ai più giovani.

Come ci hai lavorato?

È stato complesso. Per certi versi mi somiglia, per altri è molto distante. Sembra un personaggio semplice, da commedia, e invece contiene delle complessità incredibili. In pochi minuti, Malinconico splitta dal comico al sentimentale al drammatico. Per un attore, un personaggio come questo da un lato è un grande regalo, dall'altra una grande preoccupazione.

Non solo serialità televisiva, anche grande cinema: sei nel cast di È stata la mano di Dio, il film più personale di Paolo Sorrentino. 

Ennesimo regalo. Paolo mi ha chiamato e quando ti chiama Paolo, tu vai a prescindere. Quando ho scoperto di far parte del gruppo della sua famiglia, è stato un onore. Proprio perché è il suo film più intimo, credo che abbia deciso di scegliere attori con cui aveva piacere a condividere il set, oltre che per la bravura e le capacità, certo.

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E ancora in sala c'è "Il silenzio grande".

Il silenzio grande con la regia di Alessandro Gassman, tratto dallo spettacolo teatrale, con Marina Confalone, Margherita Buy. Un film intimo, emozionante, che è piaciuto alla critica e al pubblico.

Tanti ruoli, tanti personaggi eppure sempre diversi l'uno dall'altro. Come si fa?

A me fa piacere questa cosa, che anche gli spettatori quando ti vedono riconoscono il lavoro fatto sui personaggi. Per me, è come se non fossi io. Io non amo l'attore che sta davanti al personaggio. Sono cresciuto nell'epoca di Robert De Niro, adoro quindi gli attori che scompaiono dietro i personaggi. Così cerco di lavorare io. Impostando la voce e il corpo in maniera completamente diversa ogni volta che apro un nuovo gioco. Perché, proprio come fanno inglesi, to play, io gioco.

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