Marziale sulle ‘porno-domeniche’: “La D’Urso in pausa si lamentava con gli autori” (VIDEO)
Il caso delle "porno-domeniche" di Barbara D'Urso, bacchettata principalmente dal MOIGE e poi da una grande fetta di pubblico, ha suscitato un enorme dissenso nei vertici Mediaset, riuniti ieri a Cologno Monzese e capeggiati da un Pier Silvio Berlusconi poco contento. Al centro della polemica due trasmissioni di punta del gruppo del Biscione: Domenica Live e Lucignolo 2.0 che, se non intenzionate a cambiare "condotta televisiva", pare verranno chiuse. A tal riguardo abbiamo raggiunto al telefono Antonio Marziale, Presidente dell'Osservatorio sui diritti dei Minori, spesso invitato ad intervenire a Domenica Live.
ED: Sign. Marziale anche lei, come il MOIGE, pensa che le "porno-domeniche" della D'Urso debbano essere debellate?
AM: Io credo che vadano debellate le "porno-giornate" perché contenuti inopportuni vanno in onda ogni giorno su molti canali durante la fascia protetta. Mi piacerebbe che ci fosse a 360° una revisione totale dei contenuti televisivi a vantaggio della tutela dei minori. Non cito trasmissioni in particolare, perché le citazioni le faccio direttamente a chi deve prendere provvedimenti, ma se si vuole fare un monitoraggio decente, reale e serio sulla tv generalista di materiale ce ne é tanto.
ED: Come ospite attivo in studio, si è mai accorto di momenti moralmente lesivi nei confronti dei minori?
AM: Ho ritenuto assolutamente inappropriato l'argomento della puntata in questione ("Malati d'amore, la dipendenza dal sesso" e "I rapporti poliamorosi", ndr) e mi sono risentito moltissimo con la redazione, che ho provveduto a contattare il giorno dopo. A onor del vero dico che anche la stessa D'Urso durante i momenti di pausa, di fronte ai filmati che sono stati mandati in onda e in qualche modo da me sollecitata, è rimasta davvero perplessa. Una situazione, insomma, di generale imbarazzo.
ED: Barbara D'Urso in questa bufera mediatica è stata definita "vittima inconsapevole". Lei cosa ne pensa?
AM: Io non parlo né di vittima inconsapevole né di altro, ma durante i momenti di pausa in studio parlando con me era visibilmente in imbarazzo e continuava a dire agli autori presenti in studio "Dalla prossima settimana i filmati voglio vederli prima".
ED: Cosa dovrebbe fare, secondo lei, la televisione italiana per sostenere e promuovere la "media education", ovvero un rapporto più sano dei minori con i media?
AM: Si dovrebbe partire dalle scuole, perché l'educazione media è una materia imprescindibile, deve entrare nelle scuole come materia organica di insegnamento e non a discrezione dei dirigenti scolastici. Tuttavia io mi appello più di tutto al buon senso, che dovrebbe essere al di sopra delle leggi o di qualsiasi aspetto educativo. Capire che i bambini ci sono e che sono fruitori universali anche della televisione generalista, soprattutto in una determinata fascia oraria. Non bisogna sottovalutare il potere dei media sulla formazione dei soggetti in divenire, questo può essere un momento propizio per valutare un ricentraggio dell'offerta televisiva. Io prenderei questo "incidente" come un momento di seria opportunità.