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“Marco Vannini non era un cretino”, “Chi l’ha visto?” smonta Antonio Ciontoli e “Storie Maledette”

Federica Sciarelli apre in polemica aperta con “Storie Maledette” e con Antonio Ciontoli, il servizio dedicato alla ricostruzione della morte di Marco Vannini: “Marco Vannini è una vittima. Noi non possiamo parlare di lui come un cretino che, nella vasca da bagno, tutto nudo, dice: “Fammi vedere le pistole!”. Le controverse dichiarazioni di Ciontoli smontate punto per punto dal servizio di Chiara Cazzaniga.
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"Non possiamo parlare di Marco Vannini come di un cretino". Nella puntata del 10 luglio 2019 di "Chi l'ha visto?", Federica Sciarelli prende le distanze dalla intervista che "Storie Maledette", il format condotto da Franca Leosini, ha realizzato ad Antonio Ciontoli. Ma nel servizio di ieri sera, Federica Sciarelli e Chiara Cazzaniga, che da anni si occupa del caso, smontano punto per punto le dichiarazioni che l'uomo ha dato alla conduttrice del format, criticata aspramente per quella puntata. Così, nella puntata di ieri, Federica Sciarelli apre in polemica aperta: "Marco Vannini è una vittima. Noi non possiamo parlare di lui come un cretino che, nella vasca da bagno, tutto nudo, dice: "Fammi vedere le pistole!". Perché non ha senso questa scena". 

Il nuovo audio

Così, per smontare le parole di Antonio Ciontoli, la redazione di "Chi l'ha visto?" introduce due novità rispetto a quanto già fatto vedere negli ultimi quattro anni. Con un audio ripulito di quella assurda telefonata fatta da Antonio Ciontoli al 118, scopriamo che voleva andare via da quella casa, dove era stato tenuto prigioniero con un proiettile in corpo. "Ti prego portami via" o forse "Ti prego portami a casa", si sente in maniera distinta mentre Antonio Ciontoli non spiega all'operatrice del 118 di aver sparato al ragazzo.

Le replica dei genitori a di Marco Vannini

Il servizio di "Chi l'ha visto?" prende stralci dell'intervista a "Storie Maledette" concedendo diritto di replica ai genitori di Marco Vannini: "Siamo stanchi degli insulti che ci arrivano da Ciontoli e dalla sua famiglia", ha dichiarato la signora Marina:

Siamo stanchi degli insulti che ci arrivano da Ciontoli e dalla sua famiglia. Io, sono passati quattro anni dalla morte, e non so ancora cosa è successo, perché e dove. Probabilmente non lo sapremo mai perché è una famiglia unita, un branco e non lo diranno mai. Se fosse successo a loro quello che hanno fatto a me, che avrebbero fatto? Perché non hanno pensato di avvertire noi genitori?

"Non ero un esperto d'armi"

Riguardo la questione delle armi e circa il fatto che Antonio Ciontoli fosse un esperto d'armi, lui stesso a "Storie Maledette" ha dichiarato: "Vorrei fare una precisazione sull'esercitazione che io andassi a fare con quelle armi. Le esercitazioni che solitamente si fanno in quel distaccamento, le armi le danno loro. Io non ero esperto d'armi non lo sono mai stato. Ho preso l'arma perché lui voleva vedere come funzionava". Ma allora perché sostiene di averle fatte per una esercitazione di tiro pur non utilizzando quelle pistole? Perché ne punta una contro Marco? I genitori di Marco Vannini sono sgomenti:

Lui era un militare, di quelli che vengono addestrati, dove ti insegnano a custodirle. Non dica che non è un esperto d'armi, perché conosce perfettamente tutto. Mio figlio non è stato mai un appassionato d'armi, mio figlio era appassionato di mare e di moto. Vai in bagno per mettere le pistole in sicurezza, poi la punti e spari? E che senso di sicurezza c'è?

La conversazione con Viola Giorgini

Dai brogliacci dei carabinieri, sarebbe emerso che le pistole siano state tutte il pomeriggio sul divano e non in un mobile della stanza da bagno. In una conversazione che Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, ha tenuto con un'amica qualche giorno dopo la tragedia, si viene a sapere che quelle pistole sarebbero state tutto il giorno sul divano. E questo, secondo la redazione di "Chi l'ha visto?", cambierebbe ogni cosa: "Possibile che qualcun altro le abbia prese in mano, scarrellato e fatto entrare il colpo in canna? Non lo sappiamo. Sulle armi non ci sono impronte o tracce di dna". Spiega Chiara Cazzaniga nel servizio di "Chi l'ha visto?".

Le contraddizioni di Martina Ciontoli

"Ci siamo resi conto che l'arma era carica". La frase di Martina Ciontoli, data otto ore la morte di Marco Vannini, mette in chiaro che tutti sapevano cosa fosse successo. A "Storie Maledette", Antonio Ciontoli continua a raccontare che nessuno avesse capito, tranne suo figlio Federico. Una circostanza del resto smentita già dal video all'interno della caserma dei carabinieri di Civitavecchia che racconta chiaramente cosa è successo: "Qua sotto c'aveva il proiettile, l'ogiva ce l'aveva già l'ha fissata, sembrava una cisti e invece era un proiettile". Cinque mesi dopo tutto cambia, spiegando al pm che il proiettile non ce l'aveva: "Suo padre ha detto quindi che nella vasca aveva l'ogiva?", "Si, questa cosa l'ho detta perché a me me l'ha detta il comandante".

Chi ha sparato veramente?

Con queste parole, Antonio Ciontoli raccontava la sua versione dei fatti nelala trasmissione di Franca Leosini: “Sono stato io a sparare, non Federico. Lui era in camera con Viola. Volevo spolverare le pistole e, dopo averle prese, le ho riposte nella scarpiera del bagno. Quella sera, andando a letto, mi sono accorto di essermi dimenticato lì le armi. Ho bussato alla porta, sono entrato e c’erano Martina e Marco. Lei è uscita subito. Lo sparo c’è stato dopo: Marco mi ha chiesto di vedere una pistola ed è partito il proiettile. È stato un movimento unico che è durato meno di un secondo, ho caricato e premuto istintivamente il grilletto per fargli vedere come funzionava. Nei primi secondi mi si è cancellato il cervello non ho capito nulla. C’era poco sangue e un piccolo buchino”. Ma, secondo "Chi l'ha visto?", Antonio Ciontoli avrebbe confidato a un amico, l'artigiano Davide De Nicola, che a sparare non sarebbe stato lui ma suo figlio Federico.

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