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Marco Paolini racconta la parola Treno a Quello che (non) ho

Il treno e le sue mille sfaccettature. Scompartimento di pensieri, contenitore di viaggi. Il racconto di Marco Paolini a Quello che (non) ho.
A cura di Laura Balbi
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Il treno e le sue mille sfaccettature. Scompartimento di pensieri, contenitore di viaggi. Il racconto di Marco Paolini

Le Officine Grandi Riparazioni di Torino, il luogo da dove viene trasmesso Quello che (non) ho, era utilizzato fino a pochi anni fa per riparare treni. Treni che oggi sono stati soppressi, e che hanno ridotto il lavoro dei ferrovieri. Marco Paolini, figlio di ferroviere, dedica a loro la parola di oggi, che è treno. I suoi viaggi in treno Paolini li ha trascorsi tutti alla ricerca di qualcosa: un viaggio nei pensieri, lo scompartimento vuoto per mettersi comodo, la fantasia di conoscere una donna affascinante. I treni in Sardegna passavano tra le praterie di ciclamini, e arrivavano in stazioni sconosciute e che adesso non esistono più. Ma erano altri tempi, adesso c'è la prenotazione, le classi suddivise, le reti ridotte. Mentre tutto sembra essere sconfinato verso il peggio Paolini si chiede se fosse possibile costruire qualcosa di solido, che dia lavoro, come è stato un tempo.

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