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Mancano solo dieci episodi tra la fine di Better Call Saul e l’inizio di Breaking Bad

Il finale di stagione della quinta stagione di “Better Call Saul” ha portato ognuno dei suoi personaggi al proprio punto di rottura, quello che succederà da qui alla prossima ultima e conclusiva stagione è assolutamente incerto e impossibile da pronosticare. Mancano solo dieci episodi alla fine tra i pezzi che mancano e quello che già abbiamo visto in “Breaking Bad”. La sesta stagione sarà la conclusiva e arriverà solo a metà 2021. Pandemia permettendo.
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ATTENZIONE: in questo articolo potrebbero essere presenti spoiler sul finale della quinta stagione di "Better Call Saul".

Il punto di rottura. La definizione è: sollecitazione limite di un sistema oltre la quale, in un corpo solido, si provoca una brusca soluzione di continuità dovuta a violente forze esterne. Nella vita di ognuno c'è qualcosa che è destinato a cambiarci, in un modo più o meno irreversibile. Le storie che guardiamo, leggiamo, immaginiamo, sono convincenti quando queste sollecitazioni, questi conflitti, appaiono credibili ai nostri occhi, coerenti rispetto a un modo di agire e di pensare. Il finale di stagione della quinta stagione di "Better Call Saul" ha portato ognuno dei suoi personaggi al proprio punto di rottura, quello che succederà da qui alla prossima ultima e conclusiva stagione è assolutamente incerto e impossibile da pronosticare.

Kim vuole fare ‘breaking bad'

Nel nono episodio, "Bad Choice Road", i dieci minuti più intensi mai visti prima in una serie tv hanno portato Jimmy/Saul (Bob Odenkirk) e Kim (Rhea Seehorn) a un curioso rovesciamento. Le due reazioni viste nel finale di stagione, "Something Unforgivable", sono state opposte. La loro dinamica si è invertita. Saul, dopo aver visto la morte faccia a faccia, è intenzionato a restare nell'ombra, a vivere da qui in avanti secondo un ritmo low profile. Kim è definitivamente esplosa, decisa a rovinare l'immagine di Howard (Patrick Fabian), che per anni ha pestato i piedi a Saul. Uno dei colpi di scena principali di questo finale è stato senza esplosioni e pallottole (questa, la reale grandezza della serie): Saul sembra la voce della ragione, Kim quella che adesso vuole rompere gli schemi. Che vuole cercare di "breaking bad". L'ennesimo cambio di direzione che lascia ancora una volta lo spettatore nella più totale incertezza su quello che sarà la prossima stagione. Sarà Kim a trascinare Saul verso "qualcosa di imperdonabile"?

L'incognita Lalo Salamanca

Nel frattempo, però, i fili si districano. Mancano ancora dieci episodi alla fine tra i pezzi che mancano e quello che già sappiamo ("Breaking Bad"). L'agguato organizzato da Gus Fring (Giancarlo Esposito), con la complicità di Nacho Varga (Michael Mando), per togliere definitivamente di mezzo Lalo Salamanca (un gigantesco Tony Dalton) è drammaticamente fallito. Questo rimette ogni cosa in discussione, ponendo le azioni di Lalo come un pericolo costante per ogni equilibrio. Ripensando alla storica scena di "Breaking Bad" in cui Saul Goodman, rapito da Walter White e Jesse Pinkman, crede di essere vittima degli uomini di Lalo  ("Non sono stato io? È stato Ignacio! Vi manda Lalo?"), sarà divertente capire come gli autori Vince Gilligan e Peter Gould proveranno a unire il racconto. Alla scrittura hanno cominciato a lavorare da circa una settimana, a "Variety" Peter Gould si è detto soddisfatto di quanto sta venendo fuori dalla ‘writer's room'. Non possiamo che affidarci a loro e aspettare: la sesta stagione arriverà solo a metà 2021. Pandemia permettendo.

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